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Cosa può aumentare i repin e la popolarità su Pinterest?

Chi si è preso la briga in questi mesi di leggere i miei articoli su Social Media Marketing forse noterà che spesso uso raccontare aneddoti/esperimenti personali per parlare di marketing online e social network.

Ebbene, per questi fedeli ed arguti lettori e per i nuovi, dovrò ricorrere allo stesso espediente raccontando “i fatti miei” per cercare di presentare una mini-case-history dedicata a Pinterest che però potrebbe essere utile agli altri. Si tratta di una osservazione basata sugli esiti inaspettati di un altro esperimento che però è fallito clamorosamente…armatevi della pazienza e di qualche minuto per leggere e racconterò tutto con ordine.

Sostanzialmente su Pinterest fino a poco tempo fa non mi filava nessuno. Non nessuno nessuno in senso letterale, ma comunque per essere sul Social dalla prima metà del 2012 per molti mesi non ho avuto che qualche decina di followers e scarsi repin mensili. Le cose (per chi si fosse preoccupato) stanno migliorando progressivamente per le ragioni che analizzerò in questo articolo.

Le ragioni della mia impopolarità su Pinterest dipendono dalla mia inclinazione nell’uso di questo social:

Vincenzo Romano on Pinterest

 

  •  Sono uno di quelli che “qualità piuttosto che quantità” e per questo motivo ho sempre avuto pochi pin e poche boards, e per molti mesi la mia attività su Pinterest era incentrata principalmente solo su tre boards: una di infografiche sul marketing, una di foto della Calabria (la mia terra) ed un’altra che raccoglie principalmente foto in macro di piante e fiori o foto curiose sempre riguardanti il mondo vegetale. Escludendo la board di infografiche, le altre due sono composte al 95%da foto originali così come anche altri board sul mio profilo, che quindi abbonda di foto caricate direttamente da me.
  •  Per i motivi citati sopra cioè qualità, ricerca dell’originalità,  facevo pochi repin (quindi poca interazione con la community), inoltre non ho board degli argomenti che “tirano” di più su Pinterest, cioè cibo e moda.
  •  In tutto questo c’è da dire che passavo molto più tempo su Pinterest ad osservare quello che facevano altri pinner ed i brand che a curare il mio profilo personale.
  •  Oltre quindi a non attirare l’attenzione di altri pinner con il repin delle loro immagini, le mie board più ricche di immagini erano molto di nicchia , anche a livello di “parole chiave” : le didascalie contenevano nomi di luoghi specifici o i nomi scientifici e comuni (in inglese) delle piante fotografate.
repin3

ci sono diverse vignette di questo tipo: pare che diversi utenti di Pinterest abbiano notato prima di me che i RePin fanno più scalpore del Pin originale!

Data per assunta questa situazione sin dai primi mesi da pinner ho comunque deciso di continuare seguendo le mie inclinazioni e sperimentare. Così un mesetto fa o poco più pensai di provare l’ultima trovata: applicare lo story-telling ai Pin in modo estremo costruendo sequenze di immagini con didascalie che raccontassero una storia. Praticamente trasformare ogni “board” in un libro o racconto, con un titolo, e con un intreccio che si dipana tra i pin e le didascalie. Ho chiamato questa iniziativa, che al momento mi sembrò decisamente geniale, “Pin-A-Tale” ed immediatamente pensai ad un soggetto “facile e leggero” per provare, che magari avesse un poco l’aspetto di storia per bambini e così creai tra immagini  e didascalie una storia che parla di gabbiani. Per avere una abbondanza di immagini sempre a disposizione ho preferito usare questa volta immagini da repin. Lo scopo era quello di creare la storia sia adattando didascalie ad immagini sia facendo il contrario, cioè creando didascalie, inserite nella trama, ispirate direttamente dal pin.

Ero così preso dalla mia “trovata geniale” che scrissi velocemente in inglese le didascalie senza nemmeno controllare eventuali errori e sopratutto non considerai una cosa: su Pinterest non è ancora possibile ordinare manualmente i Pin nei board, vengono visualizzati dal più “nuovo” al più vecchio automaticamente. Risultato: un disastro, un caos. Nonostante abbia numerato ogni Pin ad uso del lettore, la fruibilità della storia per chi deve andarsi a cercare il numeretto è scarsa. Vabbè, ho detto, io lo lascio lì…ormai c’ho perso tempo. Uscito da Pinterest e rassegnato alla mia delusione, iniziai a pensare di avviare una petizione tra utenti di Pinterest per chiedere la funzione di ordinare i Pin, ma poi altri pensieri mi sviarono, facendomi concludere semplicemente che non diventerò mai famoso come l’inventore del “Pin-A-Tale”. Eppure qualche giorno dopo è iniziata una specie di rivoluzione su Pinterest per me.

Il Pin-A-Tale ovviamente non ha fatto breccia nel cuore nessuno, eppure tutti quei repin nello stesso board hanno attirato ulteriori repin. Praticamente le immagini della mia sfortunata cartella narrativa sono le più repinnate della mia storia su Pinterest (sopratutto se si guarda alla loro breve vita sul mio profilo). Perché?Cosa ho imparato da questo?

  • Su Pinterest spesso un buon “RePin” vale più di una immagine originale caricata dal PC: ovviamente ho scelto accuratamente le immagini da inserire, rappresentavano gabbiani in spiagge, mare, città, tramonti…
  • Spesso categorie più generiche sono meglio che nicchie troppo piccole (e questo si ricollega a quanto espresso nel mio articolo “Pinterest: non siate troppo long-tail“) le didascalie contenevano diverse parole chiave generiche, tra cui seagull (gabbiano), beach, sea, ocean…
  •  L’attività di RePin è importante quanto o forse più del semplice “Pin”: quando qualcuno fa repin si va a visitare il suo profilo e spesso si finisce per seguirlo: si tratta senza dubbio della base dell’interazione su Pinterest.
  •  Una strategia di marketing (e non quindi esperimenti amatoriali come i miei) basata sulla presenza su Pinterest che ha bisogno della popolarità innescata dal RePin deve saper dosare questi elementi insieme agli altri sui quali io davo esclusiva enfasi in passato: originalità contenuti, ricerca della qualità, nicchie, story-telling…senza però finire isolati dalla maggioranza della community.

Ovviamente, queste regole le sto applicando a tutto il mio profilo Pinterest, e così, pur mantenendo una identità forte ed indipendente, aumentando i board contenenti repin sto vedendo migliorare la mia popolarità in generale. Certo, saranno anche cose basilari quando si parla di buone pratiche per ottenere più popolarità su Pinterest, ma ripetere non fa male, inoltre spiegarle con un esempio che parte da un “fallimento” forse potrà rendere più interessante da leggere, più facile da comprendere e ricordare (tipo “ti ricordi quello sfigato che scriveva favolette su Pinterest?”). 

 

P.S.: ne approfitto per farmi pubblicità: se c’è qualche anima pia che non vuole far morire l’iniziativa Pin-A-Tale mi contatti ho tante idee a riguardo 😉 😛

 

Copywriting, Social Media, Public Speaking, Formazione, Business Development... tante cose da fare, tante cose di cui parlare, tante cose per la testa. E pensare da piccolo volevo fare l'archeologo...

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