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E’ la fine del business su Facebook?

Fine del business su facebook

Funziona davvero il marketing su facebook?

In molti si interrogano su quale sarà il social media del futuro, ovvero quello che rimpiazzerà Facebook nei sogni dei marketers di tutto il mondo. A guardare in giro sembrano esserci pochi dubbi sul nome dell’illustre successore: Twitter.

Generalizzando – ma sono davvero pochi i casi di successo di iniziative di social media marketing su facebook – si può definire appurato il basso ritorno economico garantito dalle fan page e dai gruppi.

Altrettanto chiara è anche la scarsa monetizzazione proveniente dagli annunci pubblicitari contestuali, Facebook sembra essere tornato alla sua dimensione più godereccia di community votata alla condivisione di piccoli frammenti di vita da parte di comunità sociali più che altro già esistenti anche offline.

Una volta finita l’era dei mega network orizzontali super generalisti (badoo, myspace, facebook, ecc) secondo me si tornerà a community e social network più piccoli e verticali concentrati su un interesse comune ben definito.

A questo punto si apre la caccia al successore, quantomeno nell’hype dei mass media. Dire che il ruolo verrà occupato da Twitter, come dicevo, è vero se guardiamo ai numeri (utenti registrati, pageview), ma è anche vero che Twitter ha modalità di interazione completamente diverse da Facebook, sebbena abbia una struttura più elastica che consente a ciascun utente di utilizzarlo in modi non previsti dai suoi creatori. Ne è la prova il grandissimo numero di applicazioni di terze parti che nascono ogni giorno.

Da un punto di osservazione strettamente di “marketing”, Twitter è ancora meno misurabile in termini di ROI rispetto a Facebook, ma forse questa può essere l’occasione in cui il social media marketing venga percepito da tutti, marketers e aziende, come vera conversazione e non soltanto come investimento pubblicitario.

Si appassiona al web quando ha appena 15 anni, ha molte idee sulla società e su come questa si rapporti al marketing (e viceversa). Ma preferisce non parlare piuttosto che dire ovvietà. E' co-fondatore di questo sito e consulente freelance di Social media e Digital marketing.

16 Comments
  • Davide Di Cioccio
    29 Giugno 2009 at 15:28

    e permettetemi di dire che in ambito di software si affaccia prepotentemente https://wakoopa.com in ambito software.

    Ha come Last.fm un client che traccia le proprie abitudini ma considera l’uso di software o applicazioni sul web!

    per me è bellissimo e potrebbe rivelarsi uno strumento per fare marketing nel mondo del software.

    Freeware è bello 🙂

  • Davide Di Cioccio
    29 Giugno 2009 at 17:28

    e permettetemi di dire che in ambito di software si affaccia prepotentemente https://wakoopa.com in ambito software.

    Ha come Last.fm un client che traccia le proprie abitudini ma considera l’uso di software o applicazioni sul web!

    per me è bellissimo e potrebbe rivelarsi uno strumento per fare marketing nel mondo del software.

    Freeware è bello 🙂

  • Enzo Santagata
    29 Giugno 2009 at 15:47

    Davide non male questo programmino, mo gli do un’occhiata, anche se tendenzialmente non mi piacciono le cose che ti spiano i comportamenti.

  • Jose Gragnaniello
    30 Giugno 2009 at 10:08

    allora esci da Fb 😀

  • Jose Gragnaniello
    30 Giugno 2009 at 12:08

    allora esci da Fb 😀

  • Arianna Bernardini
    1 Luglio 2009 at 17:00

    >> “[…] si tornerà a community e social network più piccoli e verticali concentrati su un interesse comune ben definito”.

    I social network generalisti, nel medio-lungo periodo (alcuni anche nel breve-medio periodo, ormai), solitamente annoiano gli utenti e ne demotivano gli intenti.
    In Facebook, per esempio, spesso si ha più l’impressione di scrivere a se stessi che non a una microcomunità fatta di amici, conoscenti e qualche contatto semisconosciuto (amico di amici) o del tutto sconosciuto (in lista amici perché si appartiene magari a uno stesso gruppo). Un po’ come mandare un messaggio in bottiglia senza avere la certezza che qualcuno lo troverà e ne farà qualcosa (cioè che risponda, commentando, online).

    Come azienda, stiamo lavorando proprio alla verticalizzazione dei social network (con l’aggiunta di un espediente che porterà alla creazione di ciò che chiamiamo infosocial network). Ciò permetterà a noi e ai nostri attuali e futuri clienti di mirare meglio l’inserimento della pubblicità, poiché lo stesso target sarà (auto)costituito da soggetti già interessati alle community cui prenderanno parte. Un esperimento, in tal senso, è già in corso e dall’autunno renderemo noti i risultati (che non si discostano affatto dalle nostre previsioni).
    Gli utenti stessi che partecipano al primo infosocial network che abbiamo creato si dimostrano estremamente attivi alla vita della community, proprio perché si confrontano tra loro avendo una sovratematica (declinata in varie sottotematiche) di loro specifico interesse.
    Naturalmente con la possibilità, sempre da parte degli utenti, di creare applicazioni e widget grazie alla piattaforma open source su cui si basa l’impianto architetturale degli infosocial network verticali.

  • Arianna Bernardini
    1 Luglio 2009 at 19:00

    >> “[…] si tornerà a community e social network più piccoli e verticali concentrati su un interesse comune ben definito”.

    I social network generalisti, nel medio-lungo periodo (alcuni anche nel breve-medio periodo, ormai), solitamente annoiano gli utenti e ne demotivano gli intenti.
    In Facebook, per esempio, spesso si ha più l’impressione di scrivere a se stessi che non a una microcomunità fatta di amici, conoscenti e qualche contatto semisconosciuto (amico di amici) o del tutto sconosciuto (in lista amici perché si appartiene magari a uno stesso gruppo). Un po’ come mandare un messaggio in bottiglia senza avere la certezza che qualcuno lo troverà e ne farà qualcosa (cioè che risponda, commentando, online).

    Come azienda, stiamo lavorando proprio alla verticalizzazione dei social network (con l’aggiunta di un espediente che porterà alla creazione di ciò che chiamiamo infosocial network). Ciò permetterà a noi e ai nostri attuali e futuri clienti di mirare meglio l’inserimento della pubblicità, poiché lo stesso target sarà (auto)costituito da soggetti già interessati alle community cui prenderanno parte. Un esperimento, in tal senso, è già in corso e dall’autunno renderemo noti i risultati (che non si discostano affatto dalle nostre previsioni).
    Gli utenti stessi che partecipano al primo infosocial network che abbiamo creato si dimostrano estremamente attivi alla vita della community, proprio perché si confrontano tra loro avendo una sovratematica (declinata in varie sottotematiche) di loro specifico interesse.
    Naturalmente con la possibilità, sempre da parte degli utenti, di creare applicazioni e widget grazie alla piattaforma open source su cui si basa l’impianto architetturale degli infosocial network verticali.

  • Enzo Santagata
    1 Luglio 2009 at 18:39

    Arianna, grazie della segnalazione. Vi terremo d’occhio! 🙂

  • Simona
    24 Luglio 2009 at 15:36

    Bravo

  • Simona
    24 Luglio 2009 at 17:36

    Bravo

  • Brain
    6 Settembre 2009 at 02:29

    Ma io da 13, pero con marketing solo 3 anni.

  • Antonio Ferrandina
    10 Ottobre 2011 at 16:12

    Meglio Twitter e Linkedin

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