Felicità interna lorda
Il termine Felicità interna lorda o FIL è stato coniato dal Re del Bhutan nel 1972. Vi invito intanto a leggere qualcosa anche su Wikipedia, visto che studi mettono in risalto il contrasto con gli obiettivi della società occidentale ed anche con il PIL.
Questo termine è ora utilizzato da Facebook per calcolare in modo algoritmico parole utilizzate in lingua italiana, olandese, inglese, tedesca e spagnola.
Come sostiene Facebook tramite il suo blog sono analizzate parole negative e positive. Sono ovviamente emerse banalità di questo tipo: i giorni in cui si esprime più felicità sono quelli di Natale, Giorno del ringraziamento, San Valentino e week end.
I giorni con più negatività sono quelli in cui si verificano eventi straordinari come i terremoti o momenti di crisi economica.
Studiare la felicità delle nazioni a prescindere dalla loro ricchezza è sicuramente un ottimo metodo per avere chiaro quanto si proponeva il Re del Bhutan, cioè capire quanta congruenza esista tra PIL e felicità (ma basta essere mediamente informati per farsi un quadro e capire che è poca).
Sono un po’ dubbioso sulla metodologia che potrebbe essere affetta da molteplici errori nella selezione delle variabili, visto che molta gente spesso “trucca” i propri status per mostrare felicità o, al contrario, adopera Facebook come vero e proprio muro del pianto ma la sua vità è tutt’altro che negativa (problema di percezioni insomma). Sono o saranno aggiunti eventi sportivi, politici, televisivi (chi vince Miss Italia, i Mondiali o San Remo…)?
La ricerca semantica sta facendo passi da gigante ma capire le motivazioni psicologiche che spingono determinate persone a fare determinate dichiarazioni è quasi impossibile. Ecco perché va introdotta una costante incognita dovuta a questi atteggiamenti non calcolabili ed anche una variabile “captologica” (ma penso che essendo esperti di statistica lo abbiano già fatto).
Di certo, per i vari governi e mercati, sapere se le proprie popolazioni sono tristi o felici può essere fondamentale.
Facebook più che un social network si conferma un potente strumento di ingegneria sociale.
Come saranno usati questi dati? Staremo a vedere.