Formazione e Web Marketing turistico. Ci siamo persi qualcosa?
Il turismo in Italia e in città come Roma, è un asset strategico ma nonostante questo e nonostante l’offerta formativa in ambito social, web marketing e, più genericamente in comunicazione sia oramai a pieno regime, si notano ancora moltissime pecche nella gestione online del cliente, della propria brand identity e della qualità dei siti che promuovono le strutture.
Un po’ di dati sul turismo in Italia
- L’Italia è al quinto posto negli arrivi internazionali
- L’Italia, per quanto riguarda i pernottamenti è davanti a Stati Uniti, Brasile, Canada, Cina ed altri
- Roma, Milano, Firenze e Venezia sono le città più visitate
- Nel 2016 l’Italia ha registrato un +3% rispetto al 2015 con più di 52 milioni di turisti
- Germania, Stati Uniti e Francia sono tra i primi paesi per spesa turistica in Italia
- Abbiamo 33.199 esercizi alberghieri e 134.519 esercizi extra-alberghieri (dati ENIT)
Un’esperienza che mi ha fatto riflettere
La scorsa estate decido di fare una vacanza in Sardegna di 12 giorni, passando dal versante nord-est a quello nord-ovest, con la necessità di soggiornare in 4 punti diversi. Se scegliere un solo albergo o b&b per una vacanza è a volte un’impresa titanica, immagina quanto lo sia stato farlo 4 volte sempre per la stessa vacanza.
La Sardegna è una di quelle regioni in cui il periodo estivo è come una miniera d’oro che ti viene rovesciata addosso. Non hai bisogno di fare molti sforzi per accaparrarti prenotazioni, è vero. Ma è anche vero che c’è molta concorrenza e che alla lunga potresti anche vedere il terreno sbriciolarsi sotto i piedi.
La mia ricerca era particolare
Avendo l’auto e potendo risparmiare ho scelto località un po’ più distanti dal mare. Tu penseresti che chi è più distante dal mare ha più bisogno di mettere in bella mostra la propria offerta data la lontananza dal mare, e invece no!
È così che mi imbatto in siti costruiti nel ’98 e mai più aggiornati, pagine su Booking.com o Airbnb a dir poco scandalose, con foto sfocate, poco luminose e per niente esaustive del luogo.
Gestione delle pagine social? Inesistente. L’unico modo per avere notizie più approfondite è stato il caro vecchio telefono.
Non parliamo dell’accoglienza una volta arrivato in loco, il tema offline non ci interessa. O forse sì? 🙂
Ed è così che mi sono chiesto: con tutta questa offerta formativa che c’è in Italia, possibile che la cura della propria immagine online sia a livelli così bassi?
Una volta giunto a destinazione, mi sono reso conto del perché sia possibile tutto ciò.
Le strutture ricettive che mi hanno ospitato, molto spesso erano gestite da persone che hanno trasformato una grande stalla di loro proprietà in stanze per accogliere i turisti, anche belle stanze devo dire.
Queste persone hanno sostanzialmente riconvertito la propria attività originaria, passando da agricoltura e allevamento a business turistico. In molti casi la comunicazione online era affidata ad un parente o amico (ho quasi sempre chiesto) e quindi per loro era ok così.
Ma chi deve dire a queste persone che così non va bene?
L’idea che mi sono fatto, parlando di formazione, è che molto spesso manchino le basi per capire come muoversi sia offline che online. Il cosiddetto sistema paese non esiste e tutte le strutture turistiche non hanno in seno una proprietà che è stata formata per comprendere le dinamiche del marketing, figuriamoci per quello online.
A questo punto, la cosa più importante in un paese organizzato e dove il turismo conta parecchio sul PIL (ovviamente non parlo dell’Italia 🙂 ), sarebbe uno sportello del marketing (un po’ come l’ENIT ma molto più orientato alle strutture ricettive che al turismo in generale), che ti convoca appena riceve notifica dell’apertura attività ricettiva e ti fornisce ore di formazione e strumenti essenziali per comprendere come muoversi sia offline che online. Preparata questa base, l’albergatore dovrebbe avere le idee più chiare su come organizzare la propria strategia, su come accogliere la propria utenza e su come mostrare la propria struttura online. Insomma un’attività formativa sul marketing turistico a tutto tondo organizzata a livello regionale o, perché no, statale.
Quali strumenti dovrebbe avere un imprenditore dopo un corso di marketing turistico e territoriale?
Qui viene il bello. Faccio una piccola lista.
Capacità offline (alcune):
- acquisire la capacità di organizzare e gestire il proprio brand (inteso non solo come immagine da mostrare ma come essenza nel tipo di esperienza che si offre all’utente-turista)
- essere presente nell’organizzazione di eventi e avere una minima idea su come organizzarli
- saper gestire e organizzare il passaparola offline (vedo spesso che in molti paesi la litigiosità tra titolari di strutture è a buon livello, questo non fa altro che generare passaparola negativo)
- Ricerca di personaggi noti o massimo utilizzo del potenziale che c’è nel territorio a livello artistico
Se nella propria città sono nati personaggi noti, è bene coinvolgerli (se sono vivi) o far conoscere la propria storia (se sono santi o non più tra noi). Se ci sono punti di rilievo artistico, organizzare delle guide, creare una connessione stretta tra la propria struttura e l’ambiente che la circonda - Conoscere alla perfezione tutte le voci che riguardano i finanziamenti di progetti e i vari bandi in atto, in modo da poter essere sempre pronti con domande di approvvigionamento finanziario (sapere ad esempio cos’è il PIT, la progettazione integrata territoriale)
- Avere buoni rapporti con le istituzioni locali (anche qui il tasso di litigiosità è spesso alto e non produce mai nulla di buono)
- Saper valorizzare i prodotti locali
- Partecipare a fiere di settore
Una volta acquisite queste capacità si comincia già a ragionare in modo diverso e le aperture verso il marketing online diventano sicuramente più dinamiche.
Capacità online (alcune):
- Sempre a livello di raccolta di finanziamenti, è fondamentale conoscere le piattaforme online dov’è possibile scaricare e partecipare ai bandi, es. e-government
- Avere conoscenza delle piattaforme di e-learning dedicate al turismo
- Sapere analizzare le piattaforme di prenotazione/valutazione online (qualità e quantità di visite/prenotazioni procurate). Quanto mi costa Booking? Cosa ci faccio con TripAdvisor?
- Saper mostrare la propria struttura su queste piattaforme in modo totalmente esaustivo
- Conoscere la terminologia del web marketing (cosa vuol dire fare campagne su Facebook, Adwords, affiliazione, CPC, CPA e via dicendo) e sapere cosa serve veramente per fare un salto di qualità
- Sapere quali sono gli ingredienti essenziali per avere una buona visibilità online
- Sapere a chi rivolgersi per costruire un sito internet efficiente, dove l’utente possa sentirsi al sicuro e aver chiaro tutto ciò che troverà una volta arrivato, senza sorprese
- Avere cura del cliente anche online con reperibilità massima
- Saper organizzare attività offline che possano avere riverbero nell’online
- Molto altro ancora
Da dove cominciare quindi per avere una buona formazione nel marketing turistico?
Sono stato sempre convinto sostenitore che la conoscenza del marketing tradizionale, quindi offline, anche a livello basico, possa dare una marcia in più anche nell’online.
Perciò, se hai aperto da poco la tua struttura ricettiva e hai poca esperienza, il consiglio che ti do è di guardarti intorno e intanto cominciare a studiare un po’ di marketing. Esistono poi molti libri sul marketing e web marketing turistico ed anche qui suggerisco di leggerne qualcuno.
Se hai proprio bisogno di formazione, cerca bene online, confrontati con persone del tuo stesso settore, pondera bene ciò che andrai a studiare.
Ma prima di tutto, offri il massimo nella tua struttura e sii sempre cortese e disponibile. Vedrai che a partire da questi due elementi saranno i clienti a fare gran parte del lavoro per te, con le recensioni. Nulla più della cortesia e di una struttura che mantiene le promesse, può far crescere e stimolare il passaparola online e offline. Ma ricorda di farti trovare sempre pronto!
Se hai qualche domanda, contattami nei commenti 🙂