L’iceberg del social media branding
(clicca sull’immagine per vedere una versione ingrandita)
Qualche settimana fa, seduti in un pub a bere una birra, riflettevo con Jose e Domenico sulle differenze tra campagne di social media marketing di tipo “advertising” e campagne – ma sarebbe meglio parlare di presenze – più orientate alla costruzione del brand, con dinamiche, metriche e obiettivi diversi rispetto al primo tipo, ma soprattutto dotate di valutazioni dell’efficacia giustificabili nel lungo termine.
Proprio questa riflessione – a dire il vero neppure così originale – mi ha spinto a cercare una metafora per rappresentare visivamente l’importanza delle componenti interne all’azienda con l’ecosistema di valori e modelli che sono invisibili (o appena visibili) agli occhi degli utenti, ma che rappresentano la parte più importante di un progetto di social media branding.
Solo con un’ampia e stabile parte sommersa è possibile garantire l’equilibrio alla parte emersa. In questo modo si può innescare un circolo virtuoso, dove i feedback rafforzano sempre di più la base dell’iceberg che di conseguenza aumenta la sua superficie visibile, dando valore al brand e a tutti i suoi interlocutori: azienda, utenti, consumatori, dipendenti, ecc.
Sentitevi pure liberi di proporre modifiche o suggerimenti.
Matteo Galli
4 Aprile 2009 at 11:52Gran bella rappresentazione, Enzo.
Di sicuro le azioni che un’azienda fa verso l’esterno e vero i propri utenti diventano fini a se stesse se non opportunamente sostenute da una struttura interna credibile e coerente. Un conto è vendere un prodotto, un conto è far aumentare la reputazione di una marca. Nel primo caso devi convincere, nel secondo devi farti conoscere. E sono due cose a mio avviso estremamente differenti.
Matteo Galli
4 Aprile 2009 at 12:52Gran bella rappresentazione, Enzo.
Di sicuro le azioni che un’azienda fa verso l’esterno e vero i propri utenti diventano fini a se stesse se non opportunamente sostenute da una struttura interna credibile e coerente. Un conto è vendere un prodotto, un conto è far aumentare la reputazione di una marca. Nel primo caso devi convincere, nel secondo devi farti conoscere. E sono due cose a mio avviso estremamente differenti.
Enzo Santagata
8 Aprile 2009 at 09:08Grazie Matteo. Ammetto che io, del resto, ero sempre stato troppo categorico nel definire il social media marketing esclusivamente come processo di eticizzazione della marca e non come strumento di promozione di un “prodotto”.
Diciamo che prendendo coscienza dell’utilità e dell’esistenza del secondo tipo, ho fatto una riflessione sul primo.
Enzo Santagata
8 Aprile 2009 at 10:08Grazie Matteo. Ammetto che io, del resto, ero sempre stato troppo categorico nel definire il social media marketing esclusivamente come processo di eticizzazione della marca e non come strumento di promozione di un “prodotto”.
Diciamo che prendendo coscienza dell’utilità e dell’esistenza del secondo tipo, ho fatto una riflessione sul primo.
enterpre
8 Dicembre 2013 at 20:41https://entintelligence.blogspot.com/
Beppe Bravi
20 Aprile 2009 at 11:39Una vera e propria mappa dei “punti sensibili”.
Grazie mille.
Beppe Bravi
20 Aprile 2009 at 12:39Una vera e propria mappa dei “punti sensibili”.
Grazie mille.
enterpre
8 Dicembre 2013 at 20:33http://www.entintelligence.blogspot.com