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L’arte della buona headline su Facebook

Oggi voglio proporti un articolo tecnico (ma non troppo) per presentare nel miglior modo possibile i tuoi link su Facebook. Come ben sai, infatti, il calendario editoriale di un social è fatto da diversi elementi: ci possono essere immagini, grafiche, video e mini video. Ci possono essere anche i link alle risorse utili.

Tra questi link puoi inserire quelli dei blog che ritieni utili per i tuoi fan/follower (ricorda che le persone ti seguono anche per la qualità delle risorse che condividi). E puoi inserire anche i link del tuo blog personale o aziendale. Obiettivo? Portare visite di qualità verso le tue risorse. E magari aumentare le conversioni.

Quanti link personali pubblicare su una pagina Facebook? Quelli utili al tuo pubblico, mi sembra ovvio. L’utilità è il metro di misura del successo su Facebook, e in generale nel content marketing: se sei utile riesci a sconfiggere anche la disastrosa emorragia di organic reach che ormai affligge Facebook.

Questi link dovrebbero essere in minoranza in un social rapido e veloce come Twitter. Su Facebook e Google Plus il discorso è diverso: sono dei social che hanno ritmi lenti, mentre su Twitter puoi ragionare su un ampio numero di aggiornamenti. In ogni caso la regola è questa: devi pubblicare contenuti utili ai tuoi lettori, e non solo quelli che fanno comodo a te. Lo dice anche Facebook:

“Our goal is to show the right content to the right people at the right time so they don’t miss the stories that are important to them”.

Mostrare i contenuti giusti, alle persone giuste e nel momento giusto. Tu devi ottimizzare la tua attività di social media marketing su Facebook per intercettare queste esigenze. Non è facile, per questo ci sono dei consulenti. Ma nel caso dei link non si tratta solo di mostrare un contenuto: devi anche spingere le persone a cliccare sull’anteprima.

Devi ottimizzare un link per aumentarne il click through rate. E fare in modo che le persone clicchino sull’anteprima. Difficile? Basta curare i campi più importanti: tag title, description, immagine e didascalia. In uno degli ultimi articoli ho affrontato questo punto da una prospettiva tecnica, adesso voglio lavorare sul copy. Ecco quattro esempi per creare un buon equilibrio tra headline e descrizione che ti permetteranno di aumentare le visite del blog.

Domanda e risposta

Uno dei grandi classici del copywriting: lasciare una domanda nel titolo. Il punto interrogativo stimola l’attenzione, chiama in causa il lettore e lo incalza: “Ho bisogno della tua opinione, ho bisogno del tuo punto di vista”. In questi casi, però, hai bisogno di un supporto: la sola domanda non è sufficiente, devi dare il contributo finale con la descrizione.

copywriter

Ovvero con una stringa di testo con un unico scopo: spingere il lettore a cliccare. Hai individuato il dubbio del lettore, il suo problema. La risposta non si trova altrove: la può ottenere solo cliccando sul link. Questo è il meccanismo che devi innescare con la combinazione title/description.

Lista puntata

La lista puntata funziona sempre, è una delle caratteristiche essenziali della buona scrittura online. E funziona perché parla all’essere umano, al nostro bisogno di creare delle scorciatoie mentali che ci aiutino a prendere delle decisioni. La lista puntata ci conforta in questo modo: ci suggerisce qual è la ricetta giusta per risolvere un problema.

10 tool indispensabili per fare social media marketing. Puoi resistere a questo titolo? No, è l’aggiunta di “indispensabile” che trasforma l’headline. Diventa ancora più accattivante se inizi a elencare nella description quali sono questi tool, magari con qualche caratteristica che attiri l’attenzione: “Con Hootsuite gestisci Twitter, con Mention puoi avere il brand sotto controllo”. Sai, per rendere le ricette più appetitose devi anticipare gli ingredienti.

Click baiting (moderato)

Questo è difficile da regolare, perché devi avere un po’ di esperienza. Altrimenti rischi di trasformare il tuo tentativo di aumentare i click in un fallimento. Allora, cosa è il click baiting? Un insieme di tecniche che spingono un utente a cliccare su un link. Queste tecniche, spesso e volentieri, si traducono in un copy surrettizio che deforma la realtà: il titolo promette qualcosa che l’articolo non contiene.

social

Questo è il male. Ma puoi lavorare comunque sul click baiting se all’interno del post ci sono tutte le promesse esposte nel titolo. L’esempio che vedi nello screenshot è utile: il titolo definisce un dubbio comune a molti lettori, mi licenzio e divento freelance. Poi? Qui si innescano una serie di riflessioni che fanno leva sull’incertezza alimentata dalla description.

Una description che in questo caso non dà indicazioni utili. Alimenta l’attesa. Ecco, in questi casi l’obiettivo è semplice: dare tutte le informazioni possibili nel testo. Se rimani vago, o se vai completamente fuori tema, il tuo articolo rischia di diventare spazzatura. Puoi essere vago e misterioso nel titolo, ma non nel post.

Attacco diretto

Ancora più difficile del precedente. L’attacco diretto ti prende alla sprovvista e ti spiazza con un titolo: “Come guadagnare 10.000 euro con Facebook”. Può essere un’iperbole, può essere un’esagerazione, può essere un titolo in grado di ingannare il lettore. Ecco perché deve essere accompagnato da una description in grado di stemperare la tensione: “In 12 mesi di lavoro la mia attività di SMM ha fruttato una bella cifra. Vuoi sapere come”. E tutto diventa più equilibrato, senza dimenticare l’aggancio finale che invita il lettore a fare una visita nel link.

Queste sono le mie headline

Queste sono le tecniche che uso ogni giorno per convincere le persone a cliccare sulle anteprime di Facebook. A volte le lascio uguali anche per i risultati che mostro nella serp, a volte creo delle combinazioni solo per Facebook, ottimizzate per questo social. Per farlo uso WordPress SEO di Yoast: basta andare nella sezione social del singolo post e indicare headline, description e immagine.

Wordpress SEO

I campi personalizzabili di WordPress SEO.

La personalizzazione dei campi è importante, anche se è un lavoro articolato. Soprattutto se vuoi dare a ogni articolo dei caratteri individuali per Facebook, Twitter e Google Plus. Conviene? C’è solo una strada per dare una risposta: devi fare dei test. Ed ecco che la figura del consulente social media marketing diventa, ancora una volta, fondamentale. In ogni caso questa è la strada da seguire: testare e agire di conseguenza. Sei d’accordo?

Ciao, sono un webwriter e un blogger freelance. Mi occupo di Social Media Marketing e di scrittura online, pubblico ogni giorno opinioni e consigli per aziende che vogliono migliorare la propria attività online.

4 Comments
  • Francesca Zoppi
    2 Ottobre 2015 at 12:21

    Articolo interessante e ricco di suggerimenti! Grazie!

  • Maura Hewson Rizzo
    4 Ottobre 2015 at 09:37

    Lo salvo perchè credo che ogni tanto vada riletto. Ottimo spunto!!

  • Pingback: L’arte della buona headline su Facebook |...
    5 Ottobre 2015 at 15:52

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