Social “Moda” Marketing e l’ascolto dei clienti…tra le cuffie di un iPod
Un breve post di discussione che spero coinvolga tutti voi lettori e si sviluppi anche un dibattito sullo stato attuale del social media marketing, italiano soprattutto. Come ben saprete e avrete letto anche su questo blog, il social media marketing nasce con un preciso obiettivo: favorire l’ascolto degli utenti. Si dissocia, almeno nelle premesse, dai vecchi approcci del marketing tradizionale in quanto promette di rendere possibile il dialogo con gli utenti, ascoltare le loro esigenze, migliorare l’offerta e, cosa più importante, coinvolgerli in programmi di generazione di idee per nuovi prodotti e servizi, anzi si dice che dovrebbero essere gli utenti a creare un brand.
Bene, ora analizziamo un attimo l’Italia, quanti casi che rispecchiano le premesse del social media marketing possiamo contare? Oltre al Mulino che vorrei, quanti altri ce ne sono? E sto comunque parlando di grandi brand che possono permettersi grossi investimenti.
Sto spesso notando, ma forse l’avrete notato anche voi, come molti programmi di social media marketing in Italia siano pressappoco tutti uguali, tutti con un unico filo logico strategico: la fan page con sconti, contest e concorsi vari per far parlare del brand nei social, e si punta al fattore “emozionale” per stupire gli utenti e spingerli al buzz (e l’azienda mangia!).
Ma non pensate che alla fin fine questo modo di approcciarsi è lo stesso che avveniva in passato solo che svolto con strumenti e strategie di innovative? Perché se mi fermo a pensarci, è sempre la logica del “io azienda ti sto offrendo qualcosa e tu puoi acquistare a condizioni vantaggiose dai social” ma è sempre un’offerta che ha deciso l’azienda (dall’alto) e non un numero consistente di utenti (dal basso).
Poi molte delle pagine dei grandi brand che sto analizzando in Italia, ricevono una miriade di commenti, a cui non viene data risposta. Avete notato come si tende a rispondere subito a commenti riguardanti la vendita di prodotti e servizi che il brand pubblicizza sulla pagina facebook mentre non si risponde (o li si fa in ritardo) a richieste di informazioni, o commenti di utenti in difficoltà o proposte di idee? E allora dov’è l’ascolto e dove sono i programmi di co-generazione idee?
Wasabi pr
29 Marzo 2011 at 14:06Secondo me quella che descrivete sono due diverse concezioni del mezzo social media.
Una vede il cliente coinvolto in un rapporto di scambio e dialogo; un nuovo paradigma di comunicazione.
L’altra invece vede il social media come un mezzo da affiancare alle altre forme di promozione aziendale sviluppando azioni e call to action dedicate.
Non c’è una visione “giusta” ed una “sbagliata” ma semplicemente due visioni diverse e, per certi versi, opposte.
Sta al professionista indicare l’una o l’altra al suo cliente; se non che nella maggioranza dei casi è il cliente che indirizza il lavoro del social media marketer che, per portare a casa la pagnotta, adotta la visione del cliente se vede che non c’è possibilità di modificarne l’ottica.