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Strategie di marketing: come iniziare a vendere di più

Strategie di marketing: come iniziare a vendere di più

Quando inizi a lavorare nel mondo della pubblicità ti rendi conto che non esiste una strada unica per raggiungere determinati risultati. Ecco perché sai che, prima o poi, arriverà il momento di lavorare con le strategie di marketing ideali per un determinato scopo. Ed è qui che entra in gioco la tua capacità operativa e teorica.

Non puoi improvvisare e pensare di gestire le strategie di marketing come capita, vale a dire scegliendo quella che preferisci in base a ciò che hai pensato di poter applicare alla tua realtà. C’è sempre bisogno di studio e contestualizzazione per ottenere ciò che ti serve veramente. E per raggiungere il risultato.

Alla base di tutto c’è lo studio, la capacità della singola azienda di affrontare con la massima cura possibile questo tema. Vale a dire, qual è la soluzione ideale per fare una buona promozione? Il marketing è la leva necessaria per aumentare i profitti, le vendite. Tu devi scegliere. Proviamo a elencare le migliori tattiche?

La migliore strategia di marketing in assoluto

Te la dico subito, non voglio aspettare: devi lavorare bene. Puntuale, professionale, onesto o lasciare che sia l’ego a imporre il proprio dominio. Chi si muove in modo tecnico ed evitando sbavature ha sempre una marcia in più. Saranno gli altri a parlare bene di te e il nome girerà. In modo automatico e senza intoppi?

No, devi valutare i contesti esterni. Vale a dire la concorrenza. Puoi essere bravo nel lavoro, ma non sei l’unico. Quindi devi applicare una serie di strategie di marketing per far emergere il brand. Ma la base di partenza è questa, e puoi iniziarla a sfruttare nel modo più semplice possibile: con la riprova sociale.

Hai un sito web? Chiedi ai clienti soddisfatti di lasciare una recensione. Sei un ristorante, un albergo o un bar? Usa Tripadvisor per posizionare il tuo locale tra le migliori scelte. Sei un libero professionista?

Usa Google My Business per i risultati geolocalizzati o piattaforme avanzate come Trustpilot. Insomma, questo è il primo passo: lavora bene e trova il modo di far emergere questa realtà, può essere decisivo.

Da leggere: come scegliere l’influencer giusto

Punta sul brand e fai crescere il nome

Una diretta conseguenza della sezione precedente. Lavorare bene può essere definita la prima strategia di marketing per aumentare profitti e fatturato? Perfetto, adesso devi fare in modo che al nome vengano associati dei valori positivi. E che sia sufficiente un unico sguardo per riconoscere il lavoro.

Questo significa fare brand awareness, un’opera che consente di far passare il nome dall’anonimato alla conoscenza immediata e lampante. Cosa serve per operare in questa direzione? Ecco una serie di elementi:

  • Naming.
  • Payoff.
  • Logo.
  • Value.
  • Mission.

Alcuni punti sono visibili ogni giorno, gli altri diventano la base di partenza per fare in modo che le persone si riconoscano nel tuo lavoro. Ti posso assicurare questo: il lavoro sul brand è un’opera complessa che prevede l’impegno di anni. Non si ottengono buoni risultati in poco tempo, non puoi fare brand building in sei mesi.

Fatti aiutare da influencer e testimonial

Il tuo brand si sviluppa grazie alle tue azioni quotidiane, alla coerenza tra ciò che comunichi e le attività concrete. Ma non sempre puoi farcela da solo. A volte è necessario avere il contributo di qualcuno adeguato allo scopo. Ovvero far conoscere la tua marca a una community già affiatata, legata a obiettivi e bisogni specifici.

Il campo dell’influencer marketing è florido. Anche se oggi si parla molto di questa tecnica, soprattutto in termini di influencer marketing su Instagram e Facebook, il lavoro è vecchio come la pubblicità. Da sempre ci sono delle persone in vista che fanno endorsement. Vale a dire appoggiano un prodotto o servizio.

Questo perché le persone si lasciano influenzare da chi ha alcune caratteristiche che diventano essenziali per rendere virale un determinato contenuto. Che fa parte del tuo brand. Ma come si articola il lavoro di influencer marketing? Cosa posso fare e scegliere? Le strategie sono diverse ma rientrano in due settori.

  • Testimonial.
  • Influencer.

La differenza è sottile. Il primo è legato all’aspetto pubblicitario classico: è una persona con visibilità che affianca il suo nome e il suo volto a qualcosa che vuoi promuovere. Ma non ha alcuna competenza o credibilità in una nicchia. È il tipico esempio di un attore che promuove una batteria di pentole.

L’influencer, invece, ha dalla sua parte la credibilità. Può intervenire con cognizione di causa, conosce l’argomento e se usa un prodotto o servizio vuol dire che è affidabile. Un po’ come gli sportivi che usano un determinato tipo di calzature durante la performance. Questo significa che crede veramente in quello che fa.

Micro e mini influencer

Sempre più importante imparare a valutare l’efficacia di un influencer non dal numero di follower ma dalla capacità di toccare una determinata nicchia. Spesso le aziende non usano questi profili per raggiungere grandi platee, ma mercati verticali e specifici. Ecco perché si parla di micro influencer, molto efficaci in determinati settori.

Pubblicità sui media tradizionali

Questo è il passo che ci consente di parlare senza timore delle principali strategie di marketing, sia online che offline. Vero, siamo passati dall’outbound all’inbound marketing e dobbiamo farci trovare quando le persone ci cercano. Senza interrompere. Ma è vero che la forza dei vecchi media è ancora forte.

inbound marketing
Il funnel di inbound marketing.

Non è l’unica in campo, è vero. E in determinati settori ha ancora il suo potere. Ma è chiaro che in una panoramica ampia delle principali strategie di marketing si debba tener presente:

  • Radio.
  • Televisione.
  • Giornali.
    • Quotidiani.
    • Settimanali.
    • Periodici.
    • Locali.

Non esiste una definizione netta secondo la quale un business, senza conoscere come e perché, possa ritenersi esente da questi canali. Io, a Natale, vedo le pubblicità della Amazon in televisione. Sulla TV generalista.

Anche in occasione del Black Friday. Ed è chiaro che quando il settore comunicativo è saturo devi ampliare i confini. Passando al mainestream, canali che sparano sul pubblico in modo indifferenziato.

Web Marketing, la grande partenza

O almeno la base per chi decide di usare internet per creare attenzione intorno al proprio brand. Questo passaggio, dall’offline all’online, prevede un cambio di registro fondamentale: le persone oggi non sono solo passive. Rispondono, interagiscono, coinvolgono. E tu devi sfruttare questo grazie a una serie di manovre.

La pubblicità sui motori di ricerca (SEM)

Una delle attività principali per fare promozione su internet: sfruttare i i search engine. Non è un lavoro semplice, e con il passare del tempo si sviluppano specializzazioni specifiche. Ma le tassonomie che caratterizzano queste strategie di marketing sono due. Scopriamole insieme per capire se fanno al caso tuo.

Pubblicità sui motori di ricerca (SEA)

Vale a dire search engine advertising. I motori di ricerca (in primo luogo Google) mettono a disposizione dei canali per promuovere dei risultati in termini di native advertising. Vale a dire senza differenziare troppo quelli organici dagli sponsorizzati. Questa è una delle principali strategie di marketing per piccoli e grandi business.

Posizionamento organico (SEO)

Questa è una delle attività che puoi mettere in campo con il blog o sito web: ti posizioni per le parole chiave che le persone cercano su Google. Questa è la base dell’inbound marketing: farsi trovare nel momento in cui le persone hanno bisogno di te. Non è un lavoro semplice e ha bisogno di una pianificazione attenta.

errori seo
Impariamo a fare SEO.

A sua volta questo step si divide in Local SEO, specifica per le attività che hanno interesse nel posizionarsi per ricerche geolocalizzate, on-page e off-page SEO. Vale a dire quelle specializzazioni che ti permettono di ottenere i requisiti necessari per posizionarti nelle serp. Senza il contributo di canali come Google AdWords (ora Ads).

Social media marketing: un mondo infinito

Proprio così, quando si parla di attività promozionale su piattaforme come Facebook, Twitter, LinkedIn e Instagram rischi di aver bisogno di un articolo a parte. Provo a sintetizzare un passaggio chiave: oggi è difficile rinunciare alla forza di alcune dinamiche create sui social network. In particolar modo il binomio composto da:

  • Facebook.
  • Instagram.

Il motivo è semplice: raggruppano un universo quasi completo e rappresentativo di individui. Sulla prima piattaforma, ad esempio, trovi il mondo intero. E sulla seconda puoi sfruttare una serie di procedure, come l’influencer marketing e il visual storytelling, che hanno una leva infinita sul pubblico. Soprattutto nel B2C.

Differenza tra organico e advertising

Quando si parla di social media marketing, però, bisogna portare avanti una diversità sostanziale: esiste un lavoro quotidiano, basato sulla capacità di ideare e gestire campagne che non prevedono l’uso di promozioni. E poi ci sono le sponsorizzazioni che, almeno per Facebook e Instagram, possono portare grandi risultati.

social media marketing
Quali sono i social più utilizzati?

In primo luogo per la massa critica di iscritti, e poi per la precisione con la quale puoi gestire le campagne. La definizione del target personalizzato su Facebook, ad esempio, è uno dei passaggi chiave per far vedere la pubblicità giusta al pubblico interessato. Senza dimenticare la possibilità di aggiungere un pixel di tracciamento sul sito per aiutare a lavorare su una maggior precisione. A proposito, si usa anche nel remarketing.

Perché fare retargeting su Facebook

Questa è un’altra sezione dell’universo advertising per i social. In realtà puoi mostrare i tuoi contenuti sponsorizzati a chi non ti conosce, e operare in modo da implementare e aumentare le visite al sito.

Ma cosa succede se le persone sono già state sulle tue schede ecommerce, hanno visto il contenuto e sono uscite? Forse questo avviene per motivi indipendenti alla volontà, spesso è solo una questione legata all’indecisione. Il retargeting ti dà la possibilità di mostrare annunci pubblicitari specifici alle persone che hanno già visitato una pagina. In modo da mostrare proprio quel prodotto, e ravvivare il desidero d’acquisto.

Email marketing e l’evoluzione della lettera

Ancora oggi quando arrivo a casa trovo una marea di posta indesiderata nella casella. Non parlo di Gmail ma del supporto fisico, vicino casa. Funziona? Dipende, con me no. L’email marketing, quello fatto bene, prende spunto da questa deformazione per portarti verso una strategia che può avere dei risvolti entusiasmanti.

inbound marketing funnel
Il funnel secondo Moz.

Qui non si tratta solo di mandare un messaggio di posta elettronica a un numero infinito di contatti con la speranza che qualcuno svolga l’operazione che richiedi: questo è spam. L’email marketing è una strategia che crea delle liste di lead profilati, studia dei contenuti in linea con le necessità del pubblico,

Non solo, chi manda newsletter nutre il contatto. E lo segue creando un funnel ben preciso, poi finalizza con una conversione commerciale. Senza però perdere di vista il contatto che, dopo la vendita, viene alimentato e curato. Esistono diversi contenuti che rientrano nell’email marketing, ma questa è la strada.

Sfrutta le passioni con il Viral Marketing

C’è un ramo della promozione online e offline che non puoi imbrigliare o catalogare con precisione. Sto parlando del Viral Marketing, vale a dire le campagne che riescono a ottenere popolarità senza un motivo ben preciso. O meglio, sfruttando delle passioni profonde e specifiche che prescindono dalla qualità.

La pubblicità virale non è tale perché promuove un prodotto valido, o ha una bella grafica o ancora un montaggio video speciale. Assume questo status (ovvero riesce a diffondersi con velocità inaudita grazie al passaparola) per la sua capacità di sfruttare leve emotive forti. Come la paura, la gioia, l’ironia o il disprezzo.

Guerrilla Marketing, la pubblicità moderna

Questa è una variante del viral, spesso si confondono e uniscono. Con questo termine s’intendono le campagne che puntano a confondersi con la realtà e a sfruttare leve inattese. Non convenzionali. Proprio come il metodo di combattimento da cui pende il nome, guerrilla marketing è sinonimo di gioco fuori dalle regole.

Può essere offline e online, sfrutta cartelloni e manifesti ma anche altre soluzioni. Imprevedibile e difficile da valutare in termini di efficienza e costi. Ci ricordiamo solo i casi migliori che fanno apparire tutto semplice e immediato. In realtà è un’arte complessa che può portare al fallimento. O all’epic fail.

Da leggere: organizzare un funnel di vendita

Le tue strategie di marketing migliori

Come avrai sicuramente capito, la lista di soluzioni utili per fare una buona promozione online e offline per guadagnare di più è infinita. Tu devi essere in grado di valutare, con il consulente o con l’agenzia di fiducia, la migliore strategia di marketing per il tuo profilo. Valutando obiettivi, target, contesto e risorse. Da dove iniziamo?

Ciao, sono un webwriter e un blogger freelance. Mi occupo di Social Media Marketing e di scrittura online, pubblico ogni giorno opinioni e consigli per aziende che vogliono migliorare la propria attività online.

3 Comments
  • ferruccio fisichella
    28 Gennaio 2023 at 00:04

    ciao Riccardo, ho letto il tuo articolo tutto d un fiato…peccato che sono passati 3 anni e non me ne sono accorto..ahahah…mi devo aggiornare
    grazie

  • Sergio B.
    23 Ottobre 2023 at 16:38

    Ciao, sono un imprenditore nel settore della formazione e mi chiedo se il services marketing possa effettivamente fare la differenza anche per il mio settore. Sono interessato, ma ho anche i miei dubbi. Quali risultati concreti è possibile raggiungere? Apprezzo qualsiasi input che possiate condividere. Grazie!

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