
Twitter e Libertà di Espressione: Dopo la sospensione definitiva dell’account di Trump, bisogna stabilire una politica più chiara sulle normative
A seguito delle restrizioni iniziali imposte agli account del presidente degli Stati Uniti Donald Trump su Facebook, Twitter e Instagram, sulla scia delle rivolte a Capitol Hill, Twitter si è ora allineato con Facebook sospendendo definitivamente l’account di Trump.
Tutti questi provvedimenti riducono drasticamente la capacità di Trump di condividere i suoi messaggi.
Un vero colpo per lui, che ha più volte affermato quanto i social media abbiano svolto un ruolo chiave nell’aiutarlo a riconfermare il suo incarico nel 2016.
Trump ha sempre ottenuto un vantaggio significativo dall’avere una connessione diretta, in gran parte non filtrata, con i suoi sostenitori.
Ma ora quella capacità è sparita, o almeno ridotta.
Trump ha tentato di comunicare attraverso l’account ufficiale @POTUS per dare una risposta alle polemiche in atto, ma anche quei tweet sono stati rapidamente rimossi.

Per aggirare le limitazioni, Trump e il suo team annunciano la volontà di creare la propria piattaforma comunicativa. Ma non sarà un’impresa facile.
E adesso cosa sta facendo Trump in risposta a queste restrizioni?
Il danno ormai è fatto: L’ex Presidente USA è stato costretto ad ammettere che Joe Biden ha effettivamente vinto le elezioni presidenziali del 2020. Ma ha annunciato che non parteciperà alla sua cerimonia di insediamento.

Mentre gli occhi di tutti sono puntati su questi accadimenti, gli ultimi annunci di restrizione sollevano ulteriori domande sulle regole che le piattaforme scelgono di applicare rispetto alla sicurezza pubblica.
Ecco cosa dice Twitter in riferimento alla sospensione dell’account di Trump:
“Il nostro interesse principale è quello di consentire al pubblico di ascoltare direttamente le parole de i funzionari eletti e dei leader mondiali. Tuttavia, abbiamo già chiarito più volte negli anni che questi account non sono esenti dalle nostre regole e non possono utilizzare Twitter per incitare alla violenza”.
Molti critici di Trump hanno elogiato la mossa di Twitter per aver “finalmente” cancellato definitivamente l’account di Trump.
Il fatto è che senza linee guida chiare e definitive su ciò che il social network ritiene accettabile o meno, il problema potrebbe tornare a ripetersi in futuro.
Forse, rimodellando le proprie politiche una volta per tutte, le piattaforme potrebbero dimostrare la volontà delineare in maniera chiara le proprie linee guida, invece di essere costrette a limiti o cambiamenti indesiderati.
Mentre Twitter e Facebook si crogioleranno nella brezza positiva di aver bandito Trump, le politiche attorno a queste azioni non sono chiare. E devono esserlo. Se le regole sono cambiate e le piattaforme stanno assumendo una posizione più dura contro chi provoca disordini civili, questo dovrebbe essere chiarito una volta per tutte.
Quali sono le regole da stabilire per evitare che questi errori si ripetano in futuro?
La strada da seguire non è chiara, ma è davvero necessaria una chiarezza definitiva.
E tu cosa ne pensi?
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