Twitter: il 50% dei tweet proviene dallo 0,05% degli utenti [Traduzione case study]
Come già segnalato da Mashable e Vincos, uno studio di Yahoo Research mette in mostra come sia una elite di utenti a produrre il traffico maggiore sul social network dei cinguettii. Questa elite di 20.000 utenti di Twitter è stata trovata grazie all’utilizzo delle liste.
Ecco una traduzione parziale del paper:
Sono state utilizzate le liste di Twitter per distinguere tra una elite di utenti suddivisa tra celebrità, blogger, media, organizzazioni ed anche utenti ordinari. Basandosi su questo sistema è stato scoperto che la metà dei tweet consumati nel social network sono generati da 20.000 utenti, dove i media sono i maggiori produttori di informazioni ma le celebrità sono le più seguite.
Inoltre vi è una significante omofilia tra le categorie: le celebrità ascoltano le celebrità, i blogger ascoltano i blogger etc; in generale i blogger ricomunicano (quindi retwittano o pubblicano dalla fonte) le informazioni molto più delle altre categorie (su questo tema nel paper c’è un capitolo dedicato al Flusso a due fasi della comunicazione che su Twitter trova campo fertile, ndr).
Altro dato interessante è quello della durata o ciclo di vita di un tweet proveniente da queste elite. Si è notato infatti che quelli provenienti dai media durano relativamente poco, mentre quelli che provengono dai blogger durano molto di più.
In aggiunta all’impostazione teoretica sono state costruite due tipologie di campione, uno a palla di neve (o a cascata) ed uno basato sull’attività.
Campione a palla di neve
Alla base del campione a palla di neve sono stati forti rappresentanti delle categorie sopra citate:
- Celebrità: Barack Obama, Lady Gaga, Paris Hilton
- Media: CNN, New York Times
- Organizzazioni: Amnesty International, World Wildlife Foundation, Yahoo! Inc., Whole Foods
- Blog: BoingBoing, FamousBloggers, problogger, mashable. Chrisbrogan, virtuosoblogger, Gizmodo, Ileane,dragonblogger, bbrian017, hishaman, copyblogger, en-gadget, danielscocco, BlazingMinds, bloggersblog, Ty-coonBlogger, shoemoney, wchingya, extremejohn,GrowMap, kikolani, smartbloggerz, Element321, bran-donacox, remarkablogger, jsinkeywest, seosmarty, No-tAProBlog, kbloemendaal, JimiJones, ditesco
Viste le liste associate a questa base, sono state scelte a mano delle parole chiave basandosi sulla rappresentatività delle categorie desiderate e la mancanza di sovrapposizione tra le categorie:
- Celebrità: star, stars, hollywood, celebs, celebrity,celebrities, celebsveried, celebrity-list,celebrities-on-twitter, celebrity-tweets
- Media: news, media, news-media
- Organizzazioni: company, companies, organization,organisation, organizations, organisations, corporation,brands, products, charity, charities, causes, cause, ngo
- Blogs: blog, blogs, blogger, bloggers
In seguito è stata effettuata una scrematura per stabilire una lista di liste nella quale inserire quei nomi che apparivano in più liste (generando ambiguità) portando dentro solo quelle categorie in cui quel nome aveva il membership score più alto.
Campione basato sull’attività
Per compensare eventuali errori dovuti alle scelte del campione a palla di neve si è deciso di generare un campione basato sulle attività degli utenti di Twitter. Nella fattispecie sono state tracciate tutte le liste associate ad utenti che hanno twittato almeno una volta ogni settimana per tutto il periodo dell’osservazione. Anche questo campione presenta criticità rispetto a coloro che fanno un uso massiccio di Twitter.
Abbiamo notato che il numero di liste ottenute con questo metodo è minore rispetto a quelle ottenute col campione a palla di neve e che i blogger sono molto più presenti rispetto alle altre 3 categoire.
E’ interessante notare come l’85% di coloro che sono presenti nel campione basato sulle attività si ritrovano anche nel campione a palla di neve suggerendo come i due metodi di campionamento identificano una stessa popolazione di utenti “elite”.
Continuando la lettura si evince che i blogger/giornalisti/personaggi influenti sono tenuti maggiormente in considerazione, poiché interagiscono meglio e forse più naturalmente nel flusso informativo e sono i più retwittati, mentre vi è un forte calo di attenzione per media.
Ed è qui che entrano in gioco il flusso a due fasi della comunicazione di Lazarsfeld et alii e lo studio degli effetti dei media di Lasswell:
Per Lasswell, ogni atto di comunicazione implica la risposta alle seguenti domande:
- chi (emittenti)
- dice cosa (contenuto dei messaggi)
- attraverso quale canale (mezzo di comunicazione)
- a chi (audience, pubblico)
- con quale effetto (effetti della comunicazione)
Caratteristica di questa teoria era l‘asimmetria dei ruoli (in questo caso blogger/media Vs utenti generici) dove l’emittente riveste un ruolo attivo il cui messaggio produce degli effetti sulla massa (che Lasswell considerava passiva). Questi effetti mirati e voluti vanno poi misurati e analizzati.
La teoria di Lazarsfeld, Berelson e Gaudet pone poi un forte accento sulla relazione interpersonale dove fiducia e prestigio giocano un ruolo fondamentale.
In ultima analisi, nonostatante qualcuno sia contrario all’utilizzo di Twtitter per PR e social media marketing, è possibile attuare strategie tenendo in considerazione le attività degli opinion leader ed ingaggiando con questi una conversazione.
Inoltre, come fa notare l’articolo di Mashable è possibile pensare che Twitter si possa trasformare (sempre che non lo sia già) in un outlet dell’information sharing.
Che ne pensi?
Anonimo
29 Marzo 2011 at 14:20beh, qual’e’ la percentuale di gente che lavora in TV rispetto all’audience? O il rapporto tra il numero di giornalisti e di lettori?
Bella scoperta, da sempre c’e’ un “elite” che produce contenuti e la massa che li fruisce…
Jose
29 Marzo 2011 at 14:24Si è vero ma Twitter non è la Tv. Nel senso che l’accesso a Twitter è paritario mentre in Tv accedi solo a determinate condizioni (si, anche quelle a cui stai pensando :D).
Se invece lo riportiamo alla realtà con gli opinion leader non posso darti torto.
Anonimo
29 Marzo 2011 at 14:33ottima considerazione. Anche se credo che l’attrattiva che esercita la TV ora e’ solo in termini economici, la gente vuole andare in TV non perche’ abbia veramente talento da esprimere/creativita’ ma semplicemente perche’ attratta dai luccichii attorno a quel mondo.
Credo che se la TV come mezzo fosse accessibile a tutti, ma non pagasse per certo (ovvero come twitter), non vedremmo comunque il mondo intero a riversarsi davanti ad una telecamera con esternazioni impellenti 🙂
Alla fine e’, come dici tu, una questione di opinion leaders (e di capre al traino, aggiungerei ;P)
Jose
29 Marzo 2011 at 15:21Ottima considerazione anche la tua 😛