Un approccio strategico e concreto ai social media
Perché le aziende sono storicamente maldisposte nei confronti delle innovazioni? È sempre colpa della loro resistenza endemica al cambiamento, o anche gli “esperti” hanno la loro parte di responsabilità?
E’ ormai assodato come le aziende percepiscano più favorevolmente l’approccio tipico da breviario (o how-to) che gli suggerisca un’azione concreta da intraprendere, piuttosto che l’approccio da manuale accademico che si allarga e si perde in mille concetti teorici (ne parla anche Antonio Pavolini su Conversational).
Ecco una piccola presentazione che abbiamo preparato, con qualche azione immediata da prendere per ottenere un obiettivo determinato. Ovviamente non si tratta delle summa del sapere sui social media, ma credo che, se fossi un’azienda intenzionata a investire sui social media, vorrei trovare un consulente con un approccio simile.
Alessandro Sportelli
18 Febbraio 2009 at 09:20Molto belle le slide Enzo, sintetiche ma efficaci!
Buon lavoro
Enzo Santagata
18 Febbraio 2009 at 09:41Grazie Alessandro.
Sintetiche: proprio come dovevano essere!
😉
antonio pavolini
18 Febbraio 2009 at 14:47Grazie per la citazione, ma in realtà io sottolineavo come il corso “applicativo” sia più comodo da realizzare e più facile da vendere, rispetto a un approccio più “omicomprensivo” della tematica, che richiede un maggiore sforzo e una maggiore competenza del docente, ma forse nel complesso fornisce più strumenti ai discenti.
Non credo affatto, per intenderci, che l’adozione di un maggiore rigore da parte del docente significhi perdersi in mille discorsi.
Dipende, come sempre, dalla capacità del docente, e nel caso di Davide Bennato non abbiamo mai corso questo rischio.
a
Enzo Santagata
18 Febbraio 2009 at 13:57Antonio, non mi riferivo al tuo post nel suo complesso, che tratta il tema della formazione aziendale, argomento in cui non mi sono espresso.
Volevo solo sottolineare come le aziende preferiscano ricevere consigli pratici, piuttosto che lunghe argomentazioni che partono dalla notte dei tempie che, magari, non aiutano nel raggiungimento di un obiettivo.
Sono in una fase dove sto riscoprendo il piacere del pragmatismo 🙂
Grazie per la precisazione.
-e-
Enzo Santagata
18 Febbraio 2009 at 14:57Antonio, non mi riferivo al tuo post nel suo complesso, che tratta il tema della formazione aziendale, argomento in cui non mi sono espresso.
Volevo solo sottolineare come le aziende preferiscano ricevere consigli pratici, piuttosto che lunghe argomentazioni che partono dalla notte dei tempie che, magari, non aiutano nel raggiungimento di un obiettivo.
Sono in una fase dove sto riscoprendo il piacere del pragmatismo 🙂
Grazie per la precisazione.
-e-
patrizia
18 Febbraio 2009 at 21:48io su slideshare ho trovato questo slideshow che secondo me sintetizza egregiamente – anche in modo divertente – come nelle aziende si uccidono le buone idee.
[ENG required]
ciao!
Patrizia
Patrizia Grandicelli
18 Febbraio 2009 at 22:00PS: ho deciso di tradurla per usarla quando si parla di ortodossie e di “vizi” manageriali..
Enzo Santagata
18 Febbraio 2009 at 23:15Grazie per le risorse condivise Patrizia. Purtroppo sono troppo vere!
Domenico
18 Febbraio 2009 at 23:58@Patrizia
ottimo video…che mi fa pensare alle parole di Castells:
“Se avete un’organizzazione burocratica e aggiungete i computer essa diventerà ancora più burocratica. Se invece aggiungete la tecnologia a una network company, la sua organizzazione diventerà più adattabile e flessibile”
Patrizia Grandicelli
19 Febbraio 2009 at 01:08Grazie a voi!
e, Domenico, è proprio così!!
Alla fine sono sempre le persone a fare la differenza.
ciao!