Un esperimento SEO: tre esempi per capire.
La SEO è difficile da capire per tutti, e spiegarla a chi non ne ha molte nozioni a volte è impossibile. Se si aggiunge il fatto che oggi si parla molto di SMO le cose si complicano ancora. Sia ben chiaro che la SMO o Social Media Optimization è semplicemente una parte della SEO.
Per ottenere un miglior posizionamento sicuramente oltre ad una buona interazione “social” c’è bisogno di tanti altri fattori, tra cui link in entrata, fattori on site che facilitino l’indicizzazione ed ovviamente buoni contenuti. Senza parlare poi dell’autorevolezza che i motori di ricerca danno a determinati siti e domini (ad esempio un sito .edu o .gov).
In questo articolo voglio proporre un piccolo esperimento-analisi, che può mostrare a tutti, senza essere esperti di SEO né tecnici conoscitori di algoritmi (come non lo sono neanche io) alcuni dei diversi fattori che possono concorrere al posizionamento di un sito sui motori di ricerca. Come vedremo, i fattori SEO non si presentano sempre nella stessa percentuale e quindi l’ultima parola su certi argomenti non si può dire, sostanzialmente perché gli algoritmi vengono aggiornati molto spesso e sopratutto perché dietro un motore di ricerca c’è una compagnia fatta di persone e presumibilmente a scopo di lucro, che quindi deve adattarsi al mercato ed alla lingua.
Proprio su questo ultimo punto e sulle eventuali differenze verte l’esperimento di oggi.
Prima di tutto bisogna specificare: parliamo del posizionamento di singole pagine e non di siti interi.
Gli ingredienti per l’esperimento sono:
– Google Chrome e la navigazione in incognito: così per scrupolo, evitando che eventuali login su Gmail, Cookie o qualcuna delle estensioni installate possano influenzare in qualche modo i risultati di big G.
– Tre finestre di navigazione: una aperta su Google.it (selezionando, ovviamente lingua italiano se siete all’estero), una su Google.es (selezionando lingua “spagnolo”) ed un’altra su Google.co.uk (selezionando lingua inglese).
Una volta pronti possiamo procedere all’esperimento.
Si tratta di fare un semplice esperimento in tre lingue diverse su Google di tre diversi Paesi Europei, ricercando la stessa cosa, tradotta ovviamente nei rispettivi linguaggi.
Io ho scelto la terza persona plurale del verbo essere: in Italiano Sono, in inglese Are, in Spagnolo Están. Ho scelto un verbo ausiliario perché ho pensato che molto difficilmente esistessero campagne di Adwords incentrate su questa parola chiave che potessero “disturbare” con risultati sponsorizzati nella SERP e poi, credevo anche che avrei ottenuto più o meno gli stessi risultati organici: avrei trovato alla prima o massimo seconda posizione in tutte le lingue definizioni di qualche dizionario wiki, di qualche Istituto linguistico importante ed ufficiale…insomma qualcosa che riportasse al verbo essere nelle rispettive lingue.
Sulla prima ipotesi ci ho azzeccato, sulla seconda ho toppato in modo clamoroso!
In Italiano il primo risultato cercando sono, non ha niente a che vedere con il verbo essere, ma con una pagina di Wikipedia che parla di un certo Shion Sono regista e compositore giapponese, un talentuoso cineasta a quanto sembra, anche se comunque sconosciuto alla massa, quindi assolutamente qualcuno che non è proprio al centro delle ricerche degli Italiani su Google. Si potrebbe definire un caso in Google ha toppato: certamente in lingua italiana questo risultato non è il più rilevante dedicato al bisillabo sono.
In Inglese, cercando are, Google.co.uk riporta al primo posto un sito dedicato ad Edgar Cayce, famosissimo sensitivo del secolo scorso. Il sito è di una associazione che si chiama Association for Research and Enlightement, il cui acronimo è appunto A.R.E.
Ma è (e perdonatemi se inizio una frase con ma, ma devo prendermi questa licenza) il terzo risultato che ci dà la risposta più divertente e sorprendente: cercando “están” su google.es il primo risultato è un articolo sul sito ufficiale della rivista Muy Interesante (una specie di Focus in spagnolo), l’articolo è sicuramente di alto valore scientifico “Donde están los penes más grandes” Dove si trovano i peni più grandi! Con tanto di mappa che ci spiega che noi Italiani siamo messi abbastanza bene a livello mondiale, tra l’altro…
Cerchiamo di risolvere il mistero.
Italia:
Il fatto che Google mi abbia riportato al primo posto un risultato utile solo a qualche cineasta accanito mentre io cercavo il verbo essere, è facile da spiegare. La pagina di Shion Sono deve tutto a Wikipedia: il semplice fatto di aver nel dominio wikipedia già è tanto, del resto analizzando la Pagina con Open Site Explorer, la Domain Authority riportata è 100 a fronte di pochissimi link in entrata.
La maggioranza di tutti i link vengono comunque dalla stessa Wikipedia e sicuramente questo concorre al Page Rank alto (anche se questi dovrebbero essere nofollow come vuole la vulgata di internet, dagli strumenti di analisi vengono rilevati come dofollow), e vista la piccola nicchia del tema non è che si possa parlare di molta attività social. Insomma siamo davanti ad un malinteso algoritmico: Sono, che in italiano è la terza persona del verbo essere, può essere ricondotto anche a nomi o cognomi asiatici o africani, comunque sempre cose che non attirano molto l’interesse ne su cui qualcuno lavori per keywords, per cui al primo risultato quello che abbiamo è il Sono con le credenziali SEO migliori in lingua Italiana e da un sito .it
Inghilterra:
In questo caso gli strumenti di analisi portano ad una soluzione veloce: PR 4 (il migliore fra le tre pagine prese in analisi) e Open Site Explorer riporta una quantità di link totali interessante 12 mila e rotti! Nella url non c’è “are” per chi volesse saperlo, ma in questo caso non penso ci siano misteri. Edgar Cayce è una figura che a livello mondiale interessa moltissime persone ancora oggi, quindi anche se la Associazione che si fregia del suo nome non ha investito in link building (cosa che non ci è dato sapere, potrebbe essere o no), sicuramente tantissimi siti in inglese a livello mondiale e britannico riportano il link alla associazione che fu da lui stesso fondata, e che appunto, si chiama ARE.
Spagna:
E adesso andiamo a quello che tutti volevate, il particolare scabroso e scandaloso di questo articolo, la classifica sulla lunghezza del pene in spagnolo. In questo caso la pagina è scarsetta sia com PR (zero) e link, anche se il sito di Muy Interesante gode di una domain authority elevata (74), trattandosi di una realtà editoriale diffusa in tantissimi Paesi del Mondo in cui si parla spagnolo. Qui però è l’interazione “social” a fare la forza: già sul sito si è scatenata la discussione con toni non sempre pacati. L’articolo pubblicato a marzo 2011 ha ricevuto commenti fino a settembre 2012 con molti commenti ogni mese. I commenti andavano da dichiarazioni di orgoglio patrio (in America Latina hanno un senso della patria esagerato che da noi nemmeno nel Risorgimento), ad offese al “vicino” che dalla mappa veniva messo in cattiva luce fino ad offerte e richieste di incontri per…verificare i dati della statistica!
Senza chiamare in causa complessi strumenti di analisi per misurare l’attività social (la versione Premium di Open Site Explorer ha un costo che conviene affrontare solo se vi dedicato alla SEO a tempo pieno), su un Sito che ha una pagina con oltre 700.000 followers su Facebook, dal tono e dal numero di questa marea di commenti ci si può immaginare quante condivisioni ha ricevuto sulle principali reti sociali…ognuno tirava acqua al suo mulino e tutti erano pronti a condividere il dato curioso e divertente, sopratutto se bastava a dare un momento di orgoglio patrio o personale, per chi si sentisse superiore alla media.
Il tema sessuale è servito come vero e proprio flame, del resto l’articolo è di pochissime righe a parte la mappa, ma la conversazione e la condivisione ed i like, hanno fatto il loro porco dovere. 662 like, 87 retwitt e 60 G+ misurati direttamente sul sito possono darci una idea delle potenziali condivisioni “esponenziali” visto il tema abbastanza virale.
Conclusioni
Insomma abbiamo visto tre esempi diversi di trovarsi in prima posizione su Google ed abbiamo visto come una pagina può beneficiare degli effetti di un fattore che possiede abbondantemente pur essendo mancante in un altro. Senza dubbio i tempi della SMO pura, come vorrebbero alcuni, sono lontani, ma il fatto che una pagina “vecchia” sia ancora in cima alla SERP (l’ultimo esempio) dimostra come pure il social ha la sua validità.
Non pretendo di aver fatto una analisi scientifica da Guru del SEO, ma usando tool gratuiti che tutti possono usare e cercando di spiegare in modo semplice e non tecnico, spero di aver introdotto molti al fantastico mondo dell’ottimizzazione per i motori di ricerca!
P.S. Ho appena saputo dell’esistenza di Shion Sono e subito dopo ho detto tante…non belle cose (che nessuno lo conosce e nessuno lo cerca praticamente), quindi mi sento in dovere di concludere con la sua faccia. Così adesso se lo incontrate per strada potrete dire “Sei tu o SONO io?” (si lo so, era pessima).
google adwords
25 Ottobre 2013 at 11:18Hi there, just turned into alert to your weblog through Google, and found that it’s truly informative. I am going to watch out for brussels. I’ll appreciate if you happen to continue this in future. Lots of other folks will be benefited from your writing. Cheers!
Rosa Schiavello
25 Ottobre 2013 at 14:41Articolo interessante e divertente 🙂
Ora faccio qualche prova…
Grazie.
Giulio Cinelli
28 Maggio 2014 at 08:57Ciao Vincenzo, interessante esperimento. Sarebbe bello poter valutare con accuratezza il peso dei social nel ranking (Matt Cutts non lo ritiene tra i fattori di posizionamento… c’è da fidarsi?).