Usare Twitter per business e politica.
Molti in Italia si domandano (ancora oggi) cos’è Twitter o a cosa serva.
Per inciso, l’altra sera guardando la trasmissione di Iacona, Presa diretta, si parlava di lavoro ed il proprietario di un’impresa lamentava la mancanza dell’adsl che implicava una cattiva gestione della comunicazione con le imprese d’oltreoceano. Il mio post potrebbe finire qui, però…
Parlare di comunicazione online e gli anessi strumenti senza tenere in considerazione la situazione tecnologico-culturale del paese è un pò come fare computer per gente che non ha da mangiare (e così ho espresso il mio parere anche su questa tematica).
Prima di scrivere ho fatto la mia solita analisi in rete per verificare di non essere ripetitivo (e alla fine un po’ lo sono, con l’utile post di Giuseppe Mayer che mi precede di un giorno) e con Enzo e Domenico, siamo giunti alla conclusione che, quello di Twitter, è un argomento molto complesso.
Se, al contrario dell’Italia, negli Stati Uniti imprese e politica ci credono veramente, ciò che accomuna i due paesi è la ricerca di una via maestra nel suo utilizzo.
A differenza di Facebook, Twitter permette di concentrarsi su una sola tematica per volta, o meglio un Tweet e di tenere banco (se si possiede la giusta maestria) su ciò che si è detto senza essere distratti da notifiche, applicazioni, bacheche, gruppi e donne da rimorchiare.
Qui la creatività e l’inventiva non devono mancare.
Se il nostro business è quindi alla ricerca di uno strumento dove l’attenzione sia una risorsa non troppo scarsa è bene fiondarsi su Twitter (ma sul tema dell’attenzione che ritengo fondamentale, spenderemo un bel post più in là).
Fatta la scelta bisogna strutturare una strategia di utilizzo. Nel frattempo è bene servirsi di strumenti come Twitter search che ci consente di sondare l’umore degli utenti su un dato argomento o di essere aggiornati in maniera abbastanza immediata su avvenimenti molto recenti dei quali non troviamo informazioni né sulle testate online né sui motori di ricerca.
Lo strumento è utile anche per capire se possiamo utilizzare il mezzo e come dobbiamo farlo (considerazione che fanno in pochi).
Se scoprissimo che si parla male di noi una possibilità sarebbe quella di abbandonare ma forse entrare per tentare una strategia di conversione basata sulla conversazione potrebbe rivelarsi l’arma vincente.
È necessario però essere realmente convinti di ciò che si andrà a fare.
Mettiamo che a causa di molteplici impegni non abbiamo l’opportunità di aggiornare Twitter in tempo reale, come fare?
Twuffer è una buona risposta. Infatti permette di pianificare i nostri Tweet con un vero e proprio cruscotto per la pianificazione di orari e fusi.
Twuffer forse toglie il sapore del real time che è la vera essenza di Twitter, ma è comunque utile per chi desideri farne un utilizzo saggio e mirato. Anzi se qualcuno l’ha usato ci dica come si è trovato.
Ultimo consiglio: pianifica, integra, interagisci (soprattutto l’ultima).
Nella pagina delle applicazioni ho l’opportunità di scegliere tra una serie di optional da installare su cellulare o sul proprio sito grazie alle quali è posso fare rimandi e gestire conversazioni pur non essendo su Twitter.com.
Utilizzando al meglio questi strumenti, dando informazioni utili, linkando risorse, e creando empatia il mezzo comincia ad essere veramente utile.
Speriamo che i 35 milioni di dollori investiti portino buone nuove e che, in Italia, anche l’utenza consumer cominci a farne il giusto utilizzo.
In Italia nel frattempo sono diventato follower di AtacMobile che forse si limita un pò troppo a dare notizie attinenti alla mobilità.
Ma è un buon inizio.
Aggiornamento del 20/2/2009: Per un uso divertente di Twitter leggete qui
Davide Cioccio
19 Febbraio 2009 at 12:03sto ***** di wordpress ancora non ha capito come faccio di cognome cmq…
Immagino un futuro dove i politici aggiornano il loro stato di twitter, dal loro cellulare, mentre non hanno un ***** da fare.
Sai che trasparenza?
che vicinanza all’elettorato?
Non solo magari “Piero Fassino a colloquio con il presidente della Repubblica” ma anche “Cesare Mele pippa cocaina while fuck an huge tits trans ecc ecc”.
Renderebbe meno distante il mondo della politica, sopratutto ai giovani.
Eleonora
20 Febbraio 2009 at 17:18micatanto futuro…. 😉
https://twitter.com/renatobrunetta
Claudio Vaccaro
6 Marzo 2009 at 17:11Purtroppo Twitter in Italia fa 100K unique al mese…quindi poco o nulla. Mentre aggregatori e social bookmark (tipo oknotizie, wikio, ecc…) fanno molto di più. Il che dimostra che il grosso dei risultati lo fai se sai intercettare lettori, oltre che contributori. Ciò che manca a Twitter è sfruttare il potenziale di produzione di contenuto che ha e aggregarlo in modo tale da interessare a potenziali lettori. Il problema è capire come. Twitter Search probabilmente è il primo passo…twitter search: nuova applicazione o ipotesi di business model?
Buon inizio di avventura con questo blog e grazie per il link!
Jose Gragnaniello
6 Marzo 2009 at 18:58Grande Claudio! Vedo che finalmente il blog ha ripreso vita… Non potendo pù commentare da te ho dovuto aprire un blog con Enzo e Domenico nel quale potermi sfogare 😛
Twitter search si rivelerà molto utile in futuro si per chi fa business che per chi dovrà cercare qualcosa di utile.
Speriamo che si smuova qualcosa in tempi relativamente brevi.