Vespa, la comunicazione ed il preside di SDC.
Chiedo scusa, anche ad Enzo e Domenico, ignari di questa mia iniziativa se occupo questo canale per parlare di qualcosa non proprio attinente.
Ma il caso merita diffusione mediatica per più motivi.
Sommario
Come avrete visto dal video, Bruno Vespa consiglia vivamente agli studenti in sala di non iscriversi a Scienze della comunicazione. Monta la polemica, nasce l’immancabile gruppo su Facebook con più di mille iscritti e si riesce a far reagire il preside Morcellini con questo video. Sono stato volutamente stringato, chi vuole approfondire può guardare la pagina del gruppo che ho linkato sopra in modo da farsi un’idea migliore.
Ciò che mi preme dire riguarda tre cose: chi è studente di Scienze della comunicazione, il modo in cui è stata gestita la facoltà di Roma e Bruno Vespa. Premetto che non sono mai stato uno studente modello, accademicamente parlando, ma chi mi conosce può testimoniare il mio smodato amore per la comunicazione a 360° (motivo per cui è nato questo blog).
La mia analisi.
Le cose che ho avuto l’opportunità di vedere in questi anni di assidua frequentazione della facoltà non mi sono affatto piaciute. Professori che sparivano durante una verbalizzazione permettendo a tutti di regalarsi un 30, altri che regalavano questo 30 a belle ragazze in cambio di una tesi agevolata optional inclusi, altri ancora implicati in un sistema di casta che ha moltiplicato le cattedre e dato nomi diversi a materie uguali per distribuire professori partendo dalla Calabria, passando per Roma e fermandosi a Perugia.
Aule occupate messe sotto controllo video durante l’occupazione. E grandi professori, stranamente sotto i cinquant’anni, che non erano messi in condizione di lavorare come avrebbero voluto.
Il tutto condito da una facoltà sparsa per il centro di Roma, tra cinema, vecchi teatri e caserme in ristrutturazione (durante le lezioni). Un’accoglienza, fortunatamente migliorata nel corso degli anni, che non ha mai spiegato allo sbandato studente del primo anno quanto fosse utile l’integrazione di tutte le materie che si trovava a studiare, le quali, solo all’apparenza, cozzavano. Materie utili a favorire un’apertura mentale data da nessun’altra facoltà al mondo. Materie che, studiate ed integrate come si deve, forgiano veri e propri analisti simbolici.
Nel marasma in cui si è trovato, lo studente più furbo ha creduto di guadagnare qualcosa facendo esami a raffica, senza chiedersi il senso di ciò che studiava, senza provare ad applicare alla realtà o verificare l’esistenza di ciò che aveva appena appreso. Una volta terminato l’esame, talvolta spalmato in 15 giorni per i mille e più iscritti, si è fatta tabula rasa per ricominciare la lotta in questo esamificio interminabile, dove il rapporto col professore te lo crei solo con l’ostinazione di Don Chisciotte (e a volte con gli stessi risultati). Ed ho omesso e dimenticato molte altre cose negative.
Fare 40 esami in 3 anni è un pò come passare una giornata a fare ricerche su Google dimenticando ogni volta quella precedente.
Molti di questi anni sono passati sotto la presidenza Morcellini e ne viene automatico un mio giudizio negativo.
Le Conclusioni.
Gli accadimenti raccontati forse rappresentano il motivo per cui non sono mai esistiti i presupposti per fermarsi a ragionare e capire l’importanza di sociologia, antropologia, fonti statistiche, psicologia cognitiva, teorie e tecniche dei nuovi media e comunicazione mediata dal computer. L’urgenza nel dover raggiungere l’aula a 3 km per la lezione successiva non dava la possibilità di fermarsi a discutere con i colleghi sul modello semiotico informazionale o sulle visioni di Negroponte e Marshall McLuhan.
Perché se c’è una cosa da cui non si può prescindere proprio in questo tipo di studi è l’analisi finale, il confronto, la necessità di capire come infilare nella realtà tutto quello che si è appreso.
Ecco che da questa facoltà, in queste condizioni e con il sovraffollamento dovuto alle iscrizioni di massa dei primi anni, sono usciti turisti della comunicazione (tanto per parafrasare qualcuno a me noto). Insieme a questi, ovviamente, anche casi di eccellenza, ma molto sparuti rispetto alla somma totale. Motivo per cui la diceria del cazzaro della comunicazione ha preso piede.
Bruno Vespa.
Il signor Vespa non ha bisogno di commenti e di un’analisi lunga quanto quella appena fatta. In questi anni tutti abbiamo avuto modo di capire chi fosse. Un uomo chino al potere, che non ha nulla da insegnare al prossimo se non come applicare bene la lingua in zone dove il sole non batte. Fosse stato un insegnante di giornalismo avrebbe contribuito al marasma. Forse lo avrebbe peggiorato.
Farebbe bene a sfruttare gli anni che Dio avrà grazia di concedergli per riflettere sul contributo dato a rendere peggiore questo paese. Un giorno di riflessione per ogni giorno che ha lavorato.
Cosa rimarrebbe ? Forse un uomo capace di chiedere scusa.
Mi scuso ancora per essere andto off topic con le tematiche del blog. Ma forse, non lo era più di tanto.
storie di tamarri
1 Febbraio 2009 at 19:57capisco. ma Scienze della Comunicazione non è solo Roma. a Salerno, per esempio, c’è sempre stato il numero chiuso e, malgrado diverse inefficienze, mai il marasma che hai descritto tu.
saluti e complimenti 😉
storie di tamarri
1 Febbraio 2009 at 20:57capisco. ma Scienze della Comunicazione non è solo Roma. a Salerno, per esempio, c’è sempre stato il numero chiuso e, malgrado diverse inefficienze, mai il marasma che hai descritto tu.
saluti e complimenti 😉
Jose Gragnaniello
1 Febbraio 2009 at 20:00Infatti mi sono attenuto a quello che ho visto di persona specificando che parlavo di Roma!
Lo spero bene che non sia così 😛
Grazie!
Jose Gragnaniello
1 Febbraio 2009 at 21:00Infatti mi sono attenuto a quello che ho visto di persona specificando che parlavo di Roma!
Lo spero bene che non sia così 😛
Grazie!
Cristina
1 Febbraio 2009 at 20:35Non posso che condividere il post appena pubblicato da Jose. La nostra facoltà non ha mai goduto di una buona fama e questo non perché ci fosse la mera volontà o un disegno complottistico per screditarla ma perché, effettivamente, i problemi ci sono e le critiche potrebbero essere moltissime. Sono questi problemi che andrebbero indagati e risolti, partendo anche da un’ammissione di colpe dal vertice. Detto ciò la frase di Vespa mi irrita (succede spesso che mi irriti). Sono una persona che ama la comunicazione e che crede nelle sue potenzialità. Mi è piaciuto quello che ho studiato e sono grata ad alcuni ottimi docenti per il lavoro di formazione svolto e per la passione trasmessa. Ovvio che però da soli non bastano a dare lustro ad una facoltà che fa acqua da molte altre parti.
Cristina
1 Febbraio 2009 at 21:35Non posso che condividere il post appena pubblicato da Jose. La nostra facoltà non ha mai goduto di una buona fama e questo non perché ci fosse la mera volontà o un disegno complottistico per screditarla ma perché, effettivamente, i problemi ci sono e le critiche potrebbero essere moltissime. Sono questi problemi che andrebbero indagati e risolti, partendo anche da un’ammissione di colpe dal vertice. Detto ciò la frase di Vespa mi irrita (succede spesso che mi irriti). Sono una persona che ama la comunicazione e che crede nelle sue potenzialità. Mi è piaciuto quello che ho studiato e sono grata ad alcuni ottimi docenti per il lavoro di formazione svolto e per la passione trasmessa. Ovvio che però da soli non bastano a dare lustro ad una facoltà che fa acqua da molte altre parti.
Massimiliano
3 Febbraio 2009 at 08:10Ciao Jose,
sono in parte d’accordo con te.
mi sono iscritto a sdc a ottobre 2005 e uscito a ottobre 2008, ora sono alla specialistica.
forse faccio parte di colore che, entrando con il numero chiuso, sono stati più “fortunati” non avendo avuto problemi di cinema o teatri vari, il tragitto era Salaria Sani.
non so a quando ti riferisci, quelle sono storie che mi raccontava un mio amico qualche anno prima della mia immatricolazione.
Ho fatto la scelta di SDC perchè interessato alla Comunicazione d’Impresa (cosa che Vespa non sà che esiste, da buon “non informato” che è) e la rifare senza batter ciglio e la rifarei qui dove sono ora.
la questione dell’esamodromo, credo che sia stato un problema generale e non riguardante solo la nostra facoltà, cosa che finalmente sembra aver trovato una corretta dimensione con la nuova riforma.
purtroppo non tutto può essere rose e fiori (è sempre un ente pubblico), ma in generale sono abbastanza soddisfatto della mia facoltà, forse anche perché lavorando da 15 anni, di s…..i ne ho incontrati a quantità industriale, quindi uno più uno meno non mi cambia la vita.
ma è anche vero che ho avuto la possibilità di incontrare professionisti e professori altamente qualificati, in grado quel quid che il semplice libro non è in grado di darti, gli altri se si potevano evitare si evitavano.
mi piace essere un pochino più ottimista (e se guardi dove ci hanno sbattuto a fare lezioni adesso… altro che cinema. prova ad andare nelle aule della città universitaria, statistica 2, credo che rimpiangeresti i cinema o i teatri.)
per vespa, concordo in pieno, non credo si debba aggiungere altro.
Massimiliano
3 Febbraio 2009 at 09:10Ciao Jose,
sono in parte d’accordo con te.
mi sono iscritto a sdc a ottobre 2005 e uscito a ottobre 2008, ora sono alla specialistica.
forse faccio parte di colore che, entrando con il numero chiuso, sono stati più “fortunati” non avendo avuto problemi di cinema o teatri vari, il tragitto era Salaria Sani.
non so a quando ti riferisci, quelle sono storie che mi raccontava un mio amico qualche anno prima della mia immatricolazione.
Ho fatto la scelta di SDC perchè interessato alla Comunicazione d’Impresa (cosa che Vespa non sà che esiste, da buon “non informato” che è) e la rifare senza batter ciglio e la rifarei qui dove sono ora.
la questione dell’esamodromo, credo che sia stato un problema generale e non riguardante solo la nostra facoltà, cosa che finalmente sembra aver trovato una corretta dimensione con la nuova riforma.
purtroppo non tutto può essere rose e fiori (è sempre un ente pubblico), ma in generale sono abbastanza soddisfatto della mia facoltà, forse anche perché lavorando da 15 anni, di s…..i ne ho incontrati a quantità industriale, quindi uno più uno meno non mi cambia la vita.
ma è anche vero che ho avuto la possibilità di incontrare professionisti e professori altamente qualificati, in grado quel quid che il semplice libro non è in grado di darti, gli altri se si potevano evitare si evitavano.
mi piace essere un pochino più ottimista (e se guardi dove ci hanno sbattuto a fare lezioni adesso… altro che cinema. prova ad andare nelle aule della città universitaria, statistica 2, credo che rimpiangeresti i cinema o i teatri.)
per vespa, concordo in pieno, non credo si debba aggiungere altro.
Jose Gragnaniello
3 Febbraio 2009 at 09:47Vedi Massimiliano, non posso darti alcun torto. Anche io, nonostante tutto, tornerei a fare quel che ho fatto. La cosa che mi premeva di più era fare una sorta di autodafè per tenere ben presenti quali sono i lati negativi della nostra facoltà e far capire perché personaggi come Vespa arrivino a fare tali dichiarazioni.
Scatenarsi contro Vespa va sempre bene 😛 ma talvolta occorre farlo con coscienza.
Jose Gragnaniello
3 Febbraio 2009 at 10:47Vedi Massimiliano, non posso darti alcun torto. Anche io, nonostante tutto, tornerei a fare quel che ho fatto. La cosa che mi premeva di più era fare una sorta di autodafè per tenere ben presenti quali sono i lati negativi della nostra facoltà e far capire perché personaggi come Vespa arrivino a fare tali dichiarazioni.
Scatenarsi contro Vespa va sempre bene 😛 ma talvolta occorre farlo con coscienza.
Andrea
3 Febbraio 2009 at 12:28Secondo me il problema va ricercato nella diffidenza che affligge da sempre la classe dirigente italiana verso tutto ciò che nuovo. Appena qualcuno tenta di cambiare il meccanismo tradizionale ecco che viene bollato come pericoloso e incomprensibile, in poche parole da evitare e denigrare.
Un settore che farà molta strada oltre a quello della comunicazione di impresa di cui si parla troppo poco perchè diffuso in pochi atenei pionieristici è quello legato alle tecnologie della comunicazione.
Qui a Genova per esempio il corso è molto innovativo e incentrato fin dal triennio sull’informatica.
Nella specialistica tecnologica che segue affrontiamo esami economici, tecnologici e persino ingegneristici eppure nessuno sembra tenerne conto. L’associazione che più è in voga è sdc=giornalismo. Non solo! E’ questo che il dott. Vespa e chi fa la televisione dovrebbero capire.
Andrea
3 Febbraio 2009 at 13:28Secondo me il problema va ricercato nella diffidenza che affligge da sempre la classe dirigente italiana verso tutto ciò che nuovo. Appena qualcuno tenta di cambiare il meccanismo tradizionale ecco che viene bollato come pericoloso e incomprensibile, in poche parole da evitare e denigrare.
Un settore che farà molta strada oltre a quello della comunicazione di impresa di cui si parla troppo poco perchè diffuso in pochi atenei pionieristici è quello legato alle tecnologie della comunicazione.
Qui a Genova per esempio il corso è molto innovativo e incentrato fin dal triennio sull’informatica.
Nella specialistica tecnologica che segue affrontiamo esami economici, tecnologici e persino ingegneristici eppure nessuno sembra tenerne conto. L’associazione che più è in voga è sdc=giornalismo. Non solo! E’ questo che il dott. Vespa e chi fa la televisione dovrebbero capire.
Jose Gragnaniello
3 Febbraio 2009 at 13:28Vero Andrea, ma ti assicuro che le cose accadute a Roma negli scorsi anni hanno facilitato il misunderstanding.
La tua facoltà dev’essere molto bella. Provate a fare un gruppo di pressione per farvi conoscere. Penso che ne valga la pena.
Jose Gragnaniello
3 Febbraio 2009 at 14:28Vero Andrea, ma ti assicuro che le cose accadute a Roma negli scorsi anni hanno facilitato il misunderstanding.
La tua facoltà dev’essere molto bella. Provate a fare un gruppo di pressione per farvi conoscere. Penso che ne valga la pena.
Elena
4 Febbraio 2009 at 11:28Caro Jose,
ho studiato SdC a Bologna (triennale) e ora sto ultimando la mia tesi specialistica a Firenze.
In buona parte condivido la tua analisi per quanto riguarda il problema delle materie che solo apparentemente cozzano tra loro e del fatto che i più “furbi” ce la mettono tutta per finire i 30 e passa esami il prima possibile (io ero una tra queste).
Riconosco che SdC abbia, in generale, dei problemi come penso che li abbia buona parte dell’Università in Italia -moltiplicazioni di cattedre, caste, prof che non ci sono ecc.- ma purtroppo pare impossibile poter avviare un dibattito pubblico -sui mezzi di comunicazione- che possa avere un grado di approfondimento maggiore di quello delle frasi di Vespa.
E preso atto di questo, credo sia anche comprensibile che i sostenitori dei nostri corsi (o anche semplicemente i conoscitori dei nostri corsi) possano fare poco se non difenderli a spada tratta -almeno nel contesto dei mezzi di comunicazioni di massa-.
Il tentativo di approfondimento, trattando i reali problemi da risolvere, verrebbe sicuramente schiacciato sulla posizione del “allora è vero che SdC è una facoltà inutile”.
Elena
4 Febbraio 2009 at 12:28Caro Jose,
ho studiato SdC a Bologna (triennale) e ora sto ultimando la mia tesi specialistica a Firenze.
In buona parte condivido la tua analisi per quanto riguarda il problema delle materie che solo apparentemente cozzano tra loro e del fatto che i più “furbi” ce la mettono tutta per finire i 30 e passa esami il prima possibile (io ero una tra queste).
Riconosco che SdC abbia, in generale, dei problemi come penso che li abbia buona parte dell’Università in Italia -moltiplicazioni di cattedre, caste, prof che non ci sono ecc.- ma purtroppo pare impossibile poter avviare un dibattito pubblico -sui mezzi di comunicazione- che possa avere un grado di approfondimento maggiore di quello delle frasi di Vespa.
E preso atto di questo, credo sia anche comprensibile che i sostenitori dei nostri corsi (o anche semplicemente i conoscitori dei nostri corsi) possano fare poco se non difenderli a spada tratta -almeno nel contesto dei mezzi di comunicazioni di massa-.
Il tentativo di approfondimento, trattando i reali problemi da risolvere, verrebbe sicuramente schiacciato sulla posizione del “allora è vero che SdC è una facoltà inutile”.
Jose Gragnaniello
5 Febbraio 2009 at 09:33@Elena:
Bisognerebbe trovare una strategia comunicativa adatta…e chi meglio di noi? 😛
Jose Gragnaniello
5 Febbraio 2009 at 10:33@Elena:
Bisognerebbe trovare una strategia comunicativa adatta…e chi meglio di noi? 😛
Roberto
8 Febbraio 2009 at 16:12Mi domando, ma i 30 regalati, le tesi agevolate ecc ecc sono un’esclusiva di scienze della comunicazione? Oppure in tutti gli atenei italiani esistono queste realtà? Esistono anche corruzioni, raccomandazioni, test falsati ecc ecc
Roberto
8 Febbraio 2009 at 17:12Mi domando, ma i 30 regalati, le tesi agevolate ecc ecc sono un’esclusiva di scienze della comunicazione? Oppure in tutti gli atenei italiani esistono queste realtà? Esistono anche corruzioni, raccomandazioni, test falsati ecc ecc
Jose Gragnaniello
8 Febbraio 2009 at 16:21@Roberto:
Avrei potuto sparare a zero sulla facoltà di Medicina, il cui preside, come ben ricorderete, aveva organizzato il banchetto di matrimonio della figlia in aula magna o parlare di altri problemi che affliggono altre facoltà, certo.
Ma appartenendo a quella facoltà e avendo visto in presa diretta le cose che ho descritto, non posso mettermi a fare di un’erba un fascio.
L’Italia versa nello stato attuale anche perché non ci si è mai voluti soffermare sui singoli problemi e provare a risolverli.
Usare il fatidico “si sa” o il “ma accade ovunque” non ci aiuta a nè a capire le cose nè ad uscirne una volta per tutte.
Jose Gragnaniello
8 Febbraio 2009 at 17:21@Roberto:
Avrei potuto sparare a zero sulla facoltà di Medicina, il cui preside, come ben ricorderete, aveva organizzato il banchetto di matrimonio della figlia in aula magna o parlare di altri problemi che affliggono altre facoltà, certo.
Ma appartenendo a quella facoltà e avendo visto in presa diretta le cose che ho descritto, non posso mettermi a fare di un’erba un fascio.
L’Italia versa nello stato attuale anche perché non ci si è mai voluti soffermare sui singoli problemi e provare a risolverli.
Usare il fatidico “si sa” o il “ma accade ovunque” non ci aiuta a nè a capire le cose nè ad uscirne una volta per tutte.
sara
15 Febbraio 2009 at 14:37ok ragazzi che la nostra facoltà di roma ha avuto i suoi perchè però ora basta! ho fatto 45 esami alla triennale e a giorni ho l’ultimo della specialistica comunicazione d’impresa e sono contenta del mio percorso e a me nessuno mi ha regalato nulla e non sono così brutta credetemi:)
anzi vi dirò visto che oltre ad aver insegnato ad un corso post laurea faccio piani di comunicazione come free-lance, mi sono resa conto che tutto ciò che ho fatto passare attraverso la mente (caro Josè) mi è servito e come ed inoltre ti dirò che viaggiamo molto veloce rispetto al sistema che ci circonda.
Un cosiglio che do a tutti i colleghi non vendete i vostri libri.
Capisco che per raccimolare qualche soldino alle volte lo si fa ma è un errore, perchè la memoria può richiamare vagamente un concetto ma il libro vi aiuterà a rispolverarlo.
I 30 regalati ci sono ovunque, sono di Salerno ma sono venuta a Roma è il mondo è uguale siamo noi che lo rendiamo diverso, non ci sono buone o cattive facoltà ma bravi o cattivi studenti.
Poi a Roma devo dire che ho incontrato comunque malgrado i cinema e teatri vari e caserma sani, dei bravi professori.
Basta piangerci addosso caro josè ti capisco..credimi ..pienamente ma non possiamo sempre parlare male della nostra Facoltà credimi ho analizzato 68 corsi di laurea in comunicazione e noi siamo tra quelli più vicini al miur.
Vi dirò di più quando vi capiterà di cercare lavoro…sarà ancora peggio, perchè le aziende spesso non si rendono conto di aver bisogno di noi.
Speriamo che il forum di comunicazione quest’anno ci dia una mano.
é dura ragazzi credetemi ho fatto sia la cameriera che la prof. ma non perchè ho la laurea in comunicazione ma perchè il sistema è difficile, però l’elasticità mentale che il mio percorso mi ha fatto avere mi ha aiutato molto.
Il mondo presenta molti più ostacoli che cambiare cinema e seguire due corsi che si accavallano.
Tanti auguri a tutti e soprattutto DIGNITA’!
sara
15 Febbraio 2009 at 15:37ok ragazzi che la nostra facoltà di roma ha avuto i suoi perchè però ora basta! ho fatto 45 esami alla triennale e a giorni ho l’ultimo della specialistica comunicazione d’impresa e sono contenta del mio percorso e a me nessuno mi ha regalato nulla e non sono così brutta credetemi:)
anzi vi dirò visto che oltre ad aver insegnato ad un corso post laurea faccio piani di comunicazione come free-lance, mi sono resa conto che tutto ciò che ho fatto passare attraverso la mente (caro Josè) mi è servito e come ed inoltre ti dirò che viaggiamo molto veloce rispetto al sistema che ci circonda.
Un cosiglio che do a tutti i colleghi non vendete i vostri libri.
Capisco che per raccimolare qualche soldino alle volte lo si fa ma è un errore, perchè la memoria può richiamare vagamente un concetto ma il libro vi aiuterà a rispolverarlo.
I 30 regalati ci sono ovunque, sono di Salerno ma sono venuta a Roma è il mondo è uguale siamo noi che lo rendiamo diverso, non ci sono buone o cattive facoltà ma bravi o cattivi studenti.
Poi a Roma devo dire che ho incontrato comunque malgrado i cinema e teatri vari e caserma sani, dei bravi professori.
Basta piangerci addosso caro josè ti capisco..credimi ..pienamente ma non possiamo sempre parlare male della nostra Facoltà credimi ho analizzato 68 corsi di laurea in comunicazione e noi siamo tra quelli più vicini al miur.
Vi dirò di più quando vi capiterà di cercare lavoro…sarà ancora peggio, perchè le aziende spesso non si rendono conto di aver bisogno di noi.
Speriamo che il forum di comunicazione quest’anno ci dia una mano.
é dura ragazzi credetemi ho fatto sia la cameriera che la prof. ma non perchè ho la laurea in comunicazione ma perchè il sistema è difficile, però l’elasticità mentale che il mio percorso mi ha fatto avere mi ha aiutato molto.
Il mondo presenta molti più ostacoli che cambiare cinema e seguire due corsi che si accavallano.
Tanti auguri a tutti e soprattutto DIGNITA’!
Jose Gragnaniello
15 Febbraio 2009 at 14:48Cara Sara, il mio post era solo per chiarire una questione. Mi era sembrato che per attaccare Vespa si fossero dimenticati tutti i problemi che hanno afflitto la nostra facoltà.
Mi trovi assolutamente d’accordo sul non vendere i libri, l’apertura mentale e la validità delle materie studiate.
Per quanto riguarda gli ostacoli, averne già privatamente (economici-amorosi-familiari) e ritrovarseli anche in una facoltà dove paghi tasse abbastanza salate, non credo sia una cosa spledida.
Poi che ti fai le ossa e passi sopra a tutto grazie a quest’esperienza è un’altro paio di maniche.
Il post che ho fatto è nato dall’amore per questa facoltà, non dall’odio.
L’avessi odiata me ne sarei altamente fregato.
Buona domenica.
Jose Gragnaniello
15 Febbraio 2009 at 15:48Cara Sara, il mio post era solo per chiarire una questione. Mi era sembrato che per attaccare Vespa si fossero dimenticati tutti i problemi che hanno afflitto la nostra facoltà.
Mi trovi assolutamente d’accordo sul non vendere i libri, l’apertura mentale e la validità delle materie studiate.
Per quanto riguarda gli ostacoli, averne già privatamente (economici-amorosi-familiari) e ritrovarseli anche in una facoltà dove paghi tasse abbastanza salate, non credo sia una cosa spledida.
Poi che ti fai le ossa e passi sopra a tutto grazie a quest’esperienza è un’altro paio di maniche.
Il post che ho fatto è nato dall’amore per questa facoltà, non dall’odio.
L’avessi odiata me ne sarei altamente fregato.
Buona domenica.
Hamlet
18 Febbraio 2009 at 21:00a proposito di sdc, che ne pensate del gruppo “Associazione Italiana dei Dottori in Comunicazione” su Facebook?
https://www.facebook.com/group.php?gid=62484728328
Massimiliano
21 Febbraio 2009 at 11:44@Jose
finalmente riesco a riscrivere, tra esami e lavoro diventa sempre più difficile.
per quanto riguarda la tua idea ci sto lavorando, è il progetto della mia tesi, rivolto ad un “riposizionamento” del “brand” SDC.
ho parlato anche con morcellini che sembra appoggiare questo progetto. al momento è in una fase embrionale, con reperimento di materiale riguardante le critiche che ci vengo mosse dai vespa o Zambardino di turno.
i tempi non saranno brevi anche se vorrei, ma impegna extrauni mi pressano, vedi il lavoro…
magari se qualcuno ha suggerimenti o idee varie, beh sono ben accette.
massi
Hamlet
2 Marzo 2009 at 11:34@Massimiliano per “riposizionare” il marchio sdc potresti fare questa cosa qui con i laureati italiani:
https://www.quinnipiac.edu/x1392.xml
https://www.quinnipiac.edu/x1381.xml
https://www.quinnipiac.edu/x1398.xml
(se lo fai, voglio la citazione 🙂 )
Hamlet
2 Marzo 2009 at 12:34@Massimiliano per “riposizionare” il marchio sdc potresti fare questa cosa qui con i laureati italiani:
https://www.quinnipiac.edu/x1392.xml
https://www.quinnipiac.edu/x1381.xml
https://www.quinnipiac.edu/x1398.xml
(se lo fai, voglio la citazione 🙂 )
Jose Gragnaniello
2 Marzo 2009 at 17:51Un riposizinamento del Brand?
Professori qualificati(DiCorinto sta andando via..).
Laboratori che portino a qualche risultato palpabile (Abbiamo una sala computer che fa ridere i polli).
Investire sui giovani che hanno voglia di fare qualcosa di buono.
Penso che i link di Hamlet parlino molto chiaro.