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Il primo guest post è di Valentina Di Stefano che condivide una sua analisi sullo sviluppo dell’internet of things. Dopo il post introduttivo trovate il white paper consultabile online o in pdf. Buona lettura!
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Un’antica leggenda cinese ci racconta di come i cartografi dell’Imperatore, ossessionati dal desiderio di produrre una mappa quanto più precisa e dettagliata possibile, finirono col disegnarne una così perfetta da coprire l’intero territorio…insomma, una mappa impeccabile ma, sfortunatamente, del tutto inutile!

Nasce tra i laboratori del MIT e quelli del Palo Alto Research Center il progetto che, probabilmente senza ispirarsi a questo antico mito, trasforma oggi in realtà il sogno dei cartografi dell’Imperatore.

Quando si parla di Internet delle cose si fa riferimento, infatti, a una serie di applicazioni della rete che ci forniranno in un futuro ormai prossimo una mappa del mondo potenzialmente prossima all’essere in scala 1:1, ovvero una trasposizione virtuale della realtà in cui ogni macchina, ogni prodotto, ogni essere vivente, persino ogni singolo oggetto inanimato sarà univocamente indirizzabile in rete.

Una simile prospettiva apre scenari totalmente nuovi, e destabilizza le certezze di quanti pensavano al web semantico come alla più importante e drastica evoluzione che avrebbe interessato internet.
Qui non si parla di rintracciare contenuti on line utilizzando criteri logici; qui si parla di motori di ricerca che ci orientino nel mondo fisico, un Google of things che almeno una volta nella vita tutti noi abbiamo desiderato cercando furiosamente le chiavi della macchina o la ricevuta della tintoria!

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