I social media trasformano la fruizione delle news? La survey canadese.
Un sondaggio svolto dal Canadian Media Research Consortium, ha mostrato come le news siano diventante una “esperienza sociale online” per i canadesi. La ricerca, condotta su 1,682 persone adulte dall’Angus Reid Public Opinion, ha messo in luce la tendenza, per il 71% degli intervistati, ad utilizzare i social network per aggiornarsi.
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Questi i punti chiave:
- Più di due terzi dei Canadesi che utilizzano i social network li considerano un modo per tenersi informati
- Più della metà dei Canadesi sui social network afferma che tramite questi assume una maggior quantità di informazioni rispetto ai media tradizionali
- Un Canadese su tre valuta i social network come una fonte di notizie con la crescente figura di uno su due tra i giovani adulti
- Solo uno su quattro considera affidabile l’informazione fruita tramite social network
- È doppiamente probabile che un Canadese fruisca informazioni da amici e familiari su social network come Facebook piuttosto che da testate giornalistiche o da giornalisti che seguono abitualmente.
L’affidabilità della fonte
Un problema da sempre importante nella fruizione delle informazioni è l’affidabilità della fonte.
Come possiamo vedere, anche per i Canadesi (di tutte le età) la televisione resta fondamentale, subito inseguita dalle news online. Le informazioni dai social network sono ritenute affidabili dal 33% di tutti i giovani e dal 39% degli studenti.
Ora bisognerebbe capire il motivo per cui i social network restano in fondo alla classifica, se riferita alla creazione di notizie da parte degli utenti, se per una questione psicologica o perché magari l’informazione mainstream non è taroccata come quella italiana e quindi ci si può fidare.
Twitter e le news
Twitter si è dimostrato un significativo mezzo di distribuzione delle news per i Canadesi francofoni. Il 40%di questi sostiene di fruire news dai tweet appartenenti ad amici e familiari.
Le news provenienti da Twitter si dimostrano molto importanti per il 25% dei giovani Canadesi. Nonostante molti giornalisti abbiano adottato il servizio di microblogging, solo una parte minoritaria degli intervistati si affida a loro per la fruizione diretta. Solo un utente su dieci afferma di affidarsi a news proveniente da tweet di professionisti con una percentuale leggermente superiore tra giovani e studenti.
Il ruolo dei blog
La ricerca ha mostrato come solo il 21% degli intervistati segue giornalisti o blogger online.
I giovani, ovviamente, sono coloro che più degli altri leggono i blog tra questi spicca il 43% degli studenti. Anche i francofoni sono tra coloro che, più degli altri, seguono i blog (il 27% di questi a scapito di un 17% tra gli anglofoni).
I giornalisti tendono ad utilizzare i blog come mezzo di approfondimento per analizzare o discutere su determinate problematiche, mentre chi legge lo fa per approfondire dettagli su una determinata storia. I blog risultano meno potenti per quanto riguarda la personalizzazione e l’engagement, infatti solo un terzo degli intervistati sostiene di visitare i blog per condividere il proprio punto di vista su una storia.
Per il 60% degli studenti intervistati è importante apprendere notizie sul giornalista che si segue di solito ed il 57% apprezza la possibilità di commentare.
Il giornalismo fruito dai blog è, in estrema sintesi, appannaggio degli studenti provenienti dai college.
Quindi
L’esponenziale crescita dei social network ha ovviamente cambiato il modo di fruire le news, soprattutto per i più di 18 milioni di canadesi presenti su Facebook. I nuovi media hanno aumentato la capacità da parte dei consumatori di notizie di creare news stream personalizzati secondo i propri gusti, mettendo in pericolo il business model dei mass media tradizionali.
I social media rappresentano, in fine, sia un’opportunità per avvicinare soprattutto i giovani, sia una sfida per quanto riguarda l’attenzione ed i ricavi.
Insomma, possiamo dire che il tanto ammirato Canada ha, più o meno, gli stessi comportamenti e gli stessi problemi dell’Italia, forse con un grado di attenzione più alto verso le problematiche riguardanti la libertà d’informazione.
Lato marketing questa ricerca ci insegna che il problema dell’attenzione è costante, che la fiducia accordata ai media tradizionali è ancora alta e che amici e parenti godono di un occhio di riguardo per quanto riguarda la condivisione sui social media.
Faremo tesoro di tutto ciò?