Guida a Tumblr per i brand: quando, come e perché esserci
Tumblr è una piattaforma abbastanza sottoutilizzata dai brand, non solo in Italia, ma anche in tutto il mondo. Provate a rivolgervi al vostro micro-piccolo-medio imprenditore di fiducia e ditegli “usi Tumblr?” e lui risponderà “Tum…che?“, richiedeteglielo pronunciando bene in inglese il nome della piattaforma, che suonerebbe come “Tambler” con un accento british o TAMBLAH se proprio volete fare gli americani e comunque la risposta sarebbe la stessa. Non lo usano e molti non sanno nemmeno che esiste.
Spiritosaggini a parte, anche molti nel settore marketing snobbano Tumblr nelle loro strategie di social media e ci si domanda perché se, secondo un studio pubblicato da Adobe a Marzo 2014 (Social Media Intelligence Report), nell’ultimo trimestre del 2013 il rapporto tra vendite e visualizzazioni su Tumblr era in aumento del 340%.
Qualche anno fa io stesso bollai sbrigativamente (per pentirmene qualche mese dopo) Tumblr come qualcosa adatto agli adolescenti, ai contenuti NSFW (adesso si dice così un tempo avremmo detto Vietati ai Minori) ed a pseudo-artisti più o meno hipster depressi e con disordini alimentari o alle fashion blogger pseudo-underground, di quelle con occhiali da vista enormi (falsi) e canotta con la bandiera Americana o del Regno Unito.
Si, ammetto di essere cattivo quando bollo sbrigativamente qualcosa.
Comunque, dando un’ occhiata fugace, si può dire che non mi sbagliavo: Tumblr è preso d’assalto da persone di età che vanno dalla prima adolescenza ai 25 anni, e quando si trova gente di età superiore spesso si tratta proprio di blog a tema erotico e/o pornografico, oppure qualche pseudo-artista che scrive canzoni su quanto è triste vivere con la mamma a 45 anni, se questa non ti sveglia la domenica mattina con la pasta al forno…
Tuttavia, sottovalutarlo è un gravissimo errore, mentre includerlo nelle strategie di social media marketing potrebbe portarvi un passo avanti rispetto alla concorrenza.
Il potenziale di Tumblr
Tumblr, per chi non lo sapesse, è una piattaforma che permette di creare molto facilmente blog con alti livelli di personalizzazione e che fornisce delle funzioni social integrate molto potenti.
Tra l’altro, Tumblr è il cavallo su cui Yahoo (che lo possiede) punta per risollevarsi dalle sue sorti non proprio brillanti. Si tratta al momento della perfetta sintesi tra blogging e social network e già detto così stiamo descrivendo un paradiso per il social media marketing e per il content marketing.
Su questa piattaforma possiamo scegliere uno dei tanti template da personalizzare ma abbiamo anche pieno accesso al codice, abbiamo funzioni di reblog che ci permettono di condividere velocemente qualsiasi cosa, diversi formati di post preimpostati (testo, foto o fotoset, citazione, audio, video) che ci permettono di fare le cose bene e velocemente, senza dimenticare la ricerca per hashtag.
Negli anni passati Tumblr era stato preso d’assalto da alcuni SEO in virtù dei link dofollow. La questione link building con Tumblr è ancora aperta e c’è chi sostiene che basta un semplice blog di tumblr, senza seguire particolari criteri e postando costantemente, si ottengono ottimi link in entrata. Anche un articolo pubblicato su Moz.com parla delle possibilità di Link Building con Tumblr anche se più cautamente. In questo caso però non bisogna farsi prendere dall’entusiasmo: postare link ovunque ed a caso è percepito da qualsiasi motore di ricerca decente come Spam, per cui che sia un sito con dominio proprio, che sia un blog di Tumblr o di WordPress, non è con il posting estremo che migliorerete il posizionamento.
Il potenziale vero di Tumblr è un altro: la capacità di costruire blog dal grande impatto grafico e creare community con gli altri utenti, entrare in contatto con le persone, fidelizzare con l’engagement, rafforzare il brand.
“Ma allora è quello che dite sempre su ogni social network o piattaforma 2.0…?”
Si, dato che i social servono a questo. E per favore se avete fatto questa domanda ricominciate da zero e magari leggetevi il Cluetrain Manifesto.
Si ma il Target?
Non è certo una bugia che Tumblr ed i Tumblog siano principalmente dominio di adolescenti e “millennials” di primo pelo, esseri mitologici metà uomo e metà smartphone, incapaci di resistere davanti ad uno specchio senza farsi un selfie, con i timpani perforati dall’ascolto di musica con le cuffie sin dalla più tenera età e l’occhio reso pigro dai filtri di Instagram che rend0no la realtà più bella.
Eppure, è anche vero che tra i brand che usano meglio Tumblr (dei veri pionieri) ci sono brand di lusso che non sono proprio quello che uno collega agli adolescenti o a matricole universitarie: si parla di Lexus, Calvin Klein oppure di GQ, Whole Foods, General Electrics… certo tra i brand che usano meglio Tumblr non mancano nemmeno Coca-Cola, Disney, Apple, ma per quale motivo le auto Lexus dovrebbero essere promosse su una piattaforma presidiata da una maggioranza di utenti che non ha nemmeno la patente?
Una risposta facile è che, a pensarci bene, anche se il brand non si dirige direttamente ad un pubblico giovane, comunque vale la pena creare una immagine forte anche in un pubblico che al momento non è direttamente coinvolto: la forza del lusso è quella di generare oggetti del desiderio che restano desiderabili lungo tutto l’arco della vita di ognuno. Insomma, è come dire: se i giovani della Generazione Y un giorno saranno ricchi, automaticamente andranno a comprarsi l’auto sognata per tutta la vita (anche se con i tempi che corrono sarà un miracolo se trovano un lavoro ed avranno diritto ad una pensione un giorno…ma non divaghiamo).
L’altro punto da tenere bene a mente è la struttura di Tumblr
Abbiamo parlato di blog dal fortissimo impatto visivo, di contenuti facili da creare e che si presentano visivamente accattivanti, insomma in ogni caso creare contenuti su Tumblr paga anche perché si avrà sempre a disposizione qualcosa di interessante da condividere in altri canali social e non solo.
Riassumendo, se non siete Lexus o Calvin Klein, in ogni caso Tumblr è raccomandatissimo se vi rivolgete a quella fascia demografica o a nicchie specifiche, come hipster di tutte le età o persone che ascoltano determinati tipi di musica o hanno certe preferenze culturali. Ed anche se il vostro pubblico target non è ampiamente rappresentato su Tumblr in ogni caso avrete sempre qualcosa da guadagnare, creando un tumblog molto figo che vi farà fare un figurone e che potrete condividere in altri canali social, mentre lentamente riuscirete a creare una community attiva e trasversale, contando sul fatto che su Tumblr ci sono comunque 200 milioni di blog (quindi più o meno lo stesso numero di persone) e che le prospettive sono di crescita.
Consigli e Pratiche su Tumblr
Se vogliamo usare Tumblr come si deve e sopratutto come brand, posso dirvi che ho imparato a mie spese gestendolo per un brand, che ci sono due regole che ci hanno insegnato altri social network che su Tumblr possiamo dimenticare.
La prima regola è per gli amanti delle buone maniere su Twitter: normalmente, a meno che non si tratti di una celebrità, il follow viene restituito, su Tumblr non è una cosa scontata. Probabilmente dipende anche dal fatto che la marca che rappresento su tumblr è “generalista” e non ha una nicchia specifica, ma il rapporto tra persone seguite e persone che seguono è scarsissimo: 10 a 1!
La seconda regola è quella dell’evitare l’overposting: su Facebook una persona che posta troppo viene considerato uno sfigato dai suoi contatti, figuriamoci una pagina di una marca. Su tumblr invece i blog più seguiti sono sempre molto attivi.
Ecco quindi i consigli base
Optare per una strategia che ci porti a postare in più momenti della giornata, cercando magari di postare più volte nelle ore picco. Mescolare saggiamente post originali e reblog (senza di quelli non si va da nessuna parte), per esempio, 3 post originali e 3 reblog al giorno (i numeri sono indicativi non c’è una regola, solo cercate di postare più di una volta al giorno).
Aumentare il volume di post non significa sacrificare la qualità: pensate bene prima di creare, rebloggare e modificare ogni post. La Content Curation è importante.
Le GIF animate funzionano meglio di Video ed Audio: probabilmente gli utenti controllano velocemente la dashboard quindi si prendono meno tempo per visualizzare video ed ascoltare. Meglio immagini che colpiscano subito.
Solo citazioni e brevissime frasi ad effetto possono andare senza immagini.
Al contrario le immagini senza testo vanno benissimo.
E per finire, qualche trucchetto da “lato oscuro” (ma non tanto oscuro però):
Se analizziamo l’uso di alcuni hashtag ed il comportamento degli utenti si può notare un fenomeno molto curioso: diversi utenti fanno un vero e proprio “click baiting” usando hashtag ghiotti. Tra questi vi sono quelli legati a contatti privati, come Skype, Kik o Snapchat (queste ultime due sono app molto apprezzate dagli adolescenti perché permettono di socializzare senza dare il numero di telefono).
Non bisogna dimenticare che molti usano Tumblr anche per socializzare con persone con cui condividere interessi (…o selfie…) per cui molti fanno ricerche con questi hashtag. Molti utenti (sopratutto ragazze, ma non solo) insieme a questi hashtag, che garantiscono molta visibilità (#kikme #textme #snapchat), aggiungono richieste come “reblog e ti mando il mio username” “follow su instagram e ti aggiungo su kik”.
Certo, un brand non può fare direttamente cose del genere, ma usando hashtag che la community cerca più spesso si possono pensare strategie particolari. Magari si forzerebbero un po’ le cose facendo apparire a qualcuno che cerca l’hashtag #skype il nostro post, ma alla fine può funzionare se si offre una contropartita, del tipo follow per avere uno sconto…reblogga per avere una promozione o anche offrire qualcosa in cambio a chi ci aggiunge su una app di instant messaging per fare del “real time marketing”…comunque resta il fatto che anche se decidiamo di usare trucchetti del genere non dobbiamo abusarne o ci si ritorceranno contro (questo discorso si collega a quello sui profili fake e delle altre tecniche “borderline” di cui abbiamo parlato nel post “Profili fake, Followers Comprati”).
Ovviamente tutto dipende dalla forza intrinseca del brand e dalla strategia di comunicazione che, ricordiamo, deve essere sempre integrata con le altre piattaforme, anche offline.
Siete arrivati alla fine di questo lungo post? Se siete arrivati fin qui siete invitati a perdere qualche minuto in più per condividere le vostre opinioni su Tumblr! 🙂