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Guida per l'utilizzo anti-stress dei social media

L’importanza di rimanere umani: guida per l’utilizzo anti-stress dei Social Media

Ciao Marketer! Oggi parleremo di un argomento un po’ particolare e insolito rispetto ai contenuti che sei solito trovare su queste pagine.

Il nostro rapporto che abbiamo ogni giorno con i Social Media.

Reduci da un periodo che ci ha visto rimanere chiusi in casa per diversi mesi, dove miliardi di persone si sono riversate sulla rete, gli effetti di questo lockdown digitale si sono iniziati a far sentire già da un po’, soprattutto nei paesi ancora coinvolti dalla pandemia.

Non sono effetti visibili a occhio nudo e sotto la luce del sole, bensì conseguenze di un uso a volte sbagliato ed eccessivo che facciamo di questi mezzi digitali.

La situazione è ancora più grave negli Stati Uniti, in questo momento paese nell’occhio del ciclone dopo gli ormai famosissimi episodi di razzismo, disuguaglianza sociale e una campagna elettorale ormai alle porte.

È giunto quindi il momento di fermarsi a riflettere su alcuni dei danni e comportamenti nocivi che i social media hanno causato nel corso degli anni, capendo al tempo stesso come possiamo promuovere un uso più consapevole e digitalmente educato di questi mezzi.

Pronto? Iniziamo!

Partiamo dai campanelli d’allarme, ovvero da quei momenti che ci fanno capire che forse abbiamo un tantinello esagerato:

  • Prima di addormentarti pensi a quanti like sarà arrivato il tuo ultimo post su Instagram
  • Ti innervosisci o provi un senso di vuoto se nessuno commenta o mette like ad un tuo contenuto online
  • Discuti spesso nella sezione commenti e finisci per provare sensazioni come rabbia e frustrazione
  • Le interazioni che hai con i tuoi amici sui social condizionano in peggio il rapporto che hai con essi dal vivo
  • La prima cosa che fai dopo aver aperto gli occhi la mattina è controllare il cellulare
  • Prima di dormire trascorri più di 1 ora al cellulare, finendo per posticipare il sonno e ti sveglio poco riposato

Molto probabilmente ti sarà capitato di aver provato almeno una di queste sensazioni nel corso della vita, il problema è quando questi eventi si ripetono in maniera ciclica ogni giorno.

In portale Helpguide.org spiega questo fenomeno descrivendolo infatti come un circolo vizioso:

“Quando ci sentiamo ansiosi o stressati, ci rifugiamo nei social media in cerca di validazione e accettazione, quando questo non avviene tendiamo a stressare ancora di più le nostre sensazioni negative, al tempo stesso la FOMO (Fear of missing out – quella sensazione che ci fa tornare spasmodicamente nei social media per paura di perderci l’ultima foto postata dagli amici o l’ultima notifica) aumenta e tutto ciò crea un circolo vizioso dal quale è veramente difficile tirarsi fuori”.

Il paradosso del lockdown è stato (e continua a essere in moltissimi paesi) quello di avere nei social media l’unico punto di fuga dalla realtà, una fuga che al tempo stesso nasconde sensazioni negative e stressanti per moltissimi utenti.

Una sensazione equiparabile facilmente ad un astinenza da droghe, nicotina o zuccheri.

Tutto questo sembra sottolineare un trade-off negativo, se dovessimo mettere sulla bilancia pro e contro dell’utilizzo assiduo dei Social Media, quale fazione vincerebbe?

Un altro punto interessante da menzionare, è il classico effetto “Echo Chamber”

I social media fungono spesso da cassa di risonanza per le cose che ci piacciono, i nostri ideali, opinioni, gusti musicali e orientamenti politici.

Questo rischia di creare una bolla virtuale dove ogni nostra opinione non viene mai confutata o messa in discussione, causando così una mancanza di genuino confronto.

In sintesi: i social media tendono a confermare cose che già sappiamo e spesso non aggiungono benzina nuova e valore alla nostra vita.

Naturalmente i social possono offrire anche svago e aiutano a connetterci in un batter d’occhio con qualunque persona desideriamo, per evitare gli effetti collaterali non crediamo che la soluzione estrema (abbandonarli per sempre) sia quella giusta.

Vediamo quale può essere una salutare zona grigia che promuove un uso responsabile di queste app:

  • Evita discussioni o commenti: se trascorri diverse ore alla settimana a discutere sotto i post delle pagine Facebook o LinkedIn, potresti pensare di smettere o prenderti una pausa dal partecipare a questi dibattiti.
  • Smetti di seguire chi ti crea emozioni negative: Se ci sono persone che ti mettono di malumore, per qualsiasi motivo, evita di subire passivamente i loro contenuti e smetti di seguirli, ti aiuterà a concentrarti di più su te stesso.
  • Prenditi un periodo di Social detox: inizia in piccolo, ad esempio quando sei in compagnia prova a non toccare il telefono per almeno 10 minuti, poi 20 e 30, allenati a distaccarti sempre di più dallo smartphone e ad essere presente nel momento, ti accorgerai di quanto risultano più interessanti le persone dal vivo piuttosto che da dietro uno schermo  (E se devo contattare qualcuno? Utilizza il telefono e se puoi evita la chat, molto meglio la cara vecchia telefonata)
  • Lascia il telefono a casa: ovviamente non nell’accezione totalizzante del termine, nelle piccole commissioni quotidiane potremmo pensare di lasciare il telefono nella nostra abitazione e goderci un periodo di tempo tutto per noi stessi.
  • Non “umanizzare” quello che vedi dietro lo schermo: no non mi riferisco alla perfezione estetica sbandierata da Instagram, ormai dovremo tutti sapere che quella perfezione non corrisponde a realtà, parlo invece della “personalità” online che ogni persona possiede, ovvero l’insieme di comportamenti che adopera all’interno dei Social Media.

Il comportamento online non rappresenta uno specchio della nostra vera personalità, se ad esempio non sopporti che un tuo caro amico si comporti in un determinato modo, cerca di non concentrarti sulle emozioni negative che ti suscita, bensì prova a riconnetterti con lui nella vita reale, ti accorgerai che quello che vedi ogni giorno sul tuo smartphone è solo  un riflesso di persona. 

L’antidoto definitivo ai social media è innato è risiede nella nostra volontà di restare umani.

E tu che ne pensi, hai mai provato alcune delle sensazioni negative di cui abbiamo parlato? E se sì, come le hai affrontate?

Faccelo sapere qui sotto nei commenti

See ya!

Growth Marketer, Musicista, Nerd appassionato di Tech, Psicologia e Bassotti. 17 anni fa ho scoperto Internet e sto cercando ancora di riprendermi.

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