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pinterest marketing

Pinterest: non siate troppo long-tail, anzi…

L’arrivo di Pinterest sembrava aver segnato due rivoluzioni: quella della defintiva “visualizzazione” del web, un processo ancora in corso che secondo i suoi sostenitori dovrebbe sostituire internet basato sui testi su una rete basata principalmente su immagini, e quella della diffusione di una ennesima pietra miliare del “long-tail marketing“.

Pinterest da molti è stato visto come un occasione per fare il marketing dal basso e per il basso: con il sistema di following e di ricerca per interesse e la facilità con cui si individuano le nicchie dando uno sguardo ai Pin di qualcuno, sembrava essere il paradiso delle del Target facile delle nicchie.

Uno dei casi più celebri è quello del sito Child’s Own Studio: una di quelle storie tipicamente Americane con il lieto fine inaspettato. Una Signora (Wendy Tsao) crea un blog di WordPress, senza fronzoli ne dominio proprio in cui propone di realizzare giocattoli personalizzati basati sugli scarabocchi dei bambini.

Il blog non ha niente di speciale, la signora non investe in marketing e neppure apre qualche profilo sulle reti sociali. Senza dubbio però ha un certo talento e le foto mostrano la grande capacità di interpretare e materializzare in stoffa ed altri materiali qualsiasi scarabocchio. Qualcuno pinna una di queste foto su Pinterest, qualcun’altro re-pinna, altri vanno sul sito, alcuni ordinano… Alla fine Wendy ha comprato un dominio e da molto tempo ormai ha molti più ordini di quanti può accettarne tanto che il sito è perennemente presidiato da un messaggio che lo comunica.

La Storia di Wendy Tsao non ha fatto felici solo i genitori che amano stimolare la creatività dei figli.

Ha creato grandi aspettative in coloro che hanno visto in quella storia di successo “involontario” una parabola sulla bontà di internet e del business di nicchia. Pinterest sembrava aver fatto il miracolo: in pochissimi click (Pin) e pochissimo tempo aveva preso una nicchia e messa al centro di una passaparola mondiale. La Lunga-Coda stava funzionando nel modo migliore: pezzi unici, giocattoli che sono quasi performance artistiche (non se ne possono fare due uguali), potenziali interessati che intercettano direttamente il produttore con un unico passaggio intermedio (Pinterest) e un giro di affari interessante per chi non si aspettava certo una crescita così rapida.Da qui l’illusione di molti, soprattutto impegnati in attività simili, tipo artigianato, grafica, arte o fotografia che basta aprire un profilo di Pinterest ed aspettare che la nicchia ci venga incontro: del resto fare un Profilo è già troppo, Wendy Tsao non aveva nemmeno quello!

Purtroppo la realtà è diversa: Pinterest è si un luogo di Marketing ed è la rete sociale che converte meglio in vendite, ma se ci fate caso la maggior parte dei profili (e dei profitti), diciamo l’80% si trovano in un 20% di settori.

E così addio Long Tail e bentornato Pareto.

E non solo: la maggior parte dei profili sono molto simili, mescolano board con un “po’ di tutto” di quanto generalmente è di tendenza al momento. Su Pinterest si pinna soprattutto di moda femminile, viaggi, cibo, decorazioni, quindi diciamo che avete molte più speranze se vi trovate su certe nicchie grandi che su quelle piccole. Non bisogna dimenticare che la stragrande maggioranza di utenti sono donne, si trova nell’età adulta, ed ha un certo livello educativo e culturale. Quindi se cercate di promuovervi ad un pubblico adolescente avete toppato al 100%, per esempio.

Pinterest è un luogo ottimo per targetizzare un certo tipo di pubblico, persone che si identificano con i valori della rete sociale, internauti snob, troppo sensibili al “rumore”, tra cui molti hanno chiuso il loro profilo di Facebook o non ne hanno mai avuto uno. Per il momento le cose stanno così: per funzionare su Pinterest dovrete parlare a persone che hanno si gusti variegati e di nicchia, ma anche interessi più generici e “conformisti”, gente che ama le immagini ma che in un Pin senza informazioni non ci vede niente di interessante.

Bisogna stare attenti ed evitare di fare confusione, facendosi scappare la mano per l’entusiasmo e consegnare eccessive aspettative ad una rete sociale giovane, in via di miglioramento e che ancora non si sa se ha tanto potenziale nascosto o se le sorprese sono già terminate.

Copywriting, Social Media, Public Speaking, Formazione, Business Development... tante cose da fare, tante cose di cui parlare, tante cose per la testa. E pensare da piccolo volevo fare l'archeologo...

3 Comments
  • Valentina Tanzillo
    24 Luglio 2013 at 17:57

    Articolo interessante, anche se non sono completamente d’accordo sull’ultimo punto.
    E’ vero che i settori di maggior successo sono fashion, food e arredamento, ma non è detto che per questo i gusti siano omologati. I prodotti di nicchia (ad esempio quelli personalizzabili o disponibili solo in piccoli negozi) potrebbero avere molto successo, proprio perchè diversi dalla massa presente nelle grandi catene.

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