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Facebook, le community page e i primi casini sulla privacy

Le community page di Facebook non sono altro che fan page atte a alla raccolta di temi di vasta importanza. In questi giorni sono in sperimentazione community page su alcuni politici (almeno per quello che ho visto) e tra questi Silvio Berlusconi e Gordon Brown.

Di stamattina è il post di Fabio Chiusi che allerta tutti contro un atto di spionaggio da parte di Berlusconi sulla pagina linkata sopra. L’allarme non fa a tempo ad essere lanciato e rettificato che viene linkato dalla fan page del Popolo Viola ed altri ancora. Chiusi poi rettifica correttamente.

Quasi correttamente. Sì, perché non è totalmente vero che Facebook ci sta spiando. Quello che sta accadendo è frutto della velocità esorbitante con cui il social network è entrato nelle vite di persone che prima con Internet avevano poco o niente a che fare.

E così la rete si popola di fiumi di guide su come utilizzare al meglio la bacheca, non farsi taggare, “migliorare la privacy”. Ma il discorso sulla privacy è troppo lungo e complesso e gli dedicherò due parole alla fine del post.

Quello che mi preme è spiegare il funziamento di queste pagine (quindi anche qui una guida :P). Le pagine possono essere create a mano scegliendo la Community page al posto della Fan page. Ma da quel che ho potuto vedere non è ancora possibile creare un aggregatore.

Un altro modo in cui si creano le pagine è scrivendo negli interessi cosa ci piace o non ci piace. In questo modo si creano automaticamente delle pagine che sommano tutti coloro i quali abbiano scritto “Silvio Berlusconi”, “Gordon Brown” o “Chuck Palahniuk” fornendo qui un vero e proprio aggregatore che prende la descrizione principale da Wikipedia ed il resto dai post degli utenti.

Questo è il risultato:

A questo punto, se il mio cervello e la mia comprensione dell’inglese non mi hanno ingannato, si può fare una richiesta per diventare amministratori di queste pagine (richiesta legittima da parte della persona o del brand in causa) e Facebook dovrebbe attivarla entro alcuni giorni o nel giro di un mese (se qualcuno vuole chiarire questo passaggio è il benvenuto).

Inoltre queste community page vengono suggerite (almeno per ora) dal box di ricerca se si comincia a digitare il nome. Se il nome invece lo digitiamo tutto e clicchiamo sul tasto di ricerca il risultato che abbiamo sono altre fan page.


La privacy

Il discorso è molto complicato. Primo perché vivere su un social network nel quale il pane quotidiano è la condivisione di foto, pensieri e video è già di per sè un passo verso la perdita della privacy. Inoltre non aiutano le complicate policy di Facebook se si sommano alla scarsa competenza della maggior parte di utenti che vi navigano.

La colpa non è quindi nè di Facebook (che ha bisogno di monetizzare) nè di chi lo vive.

Il problema è secondo me culturale. Internet in Italia è ancora per molti un mondo sconosciuto e per navigare occorre una certa “educazione” che, a questo punto, sarà sopperita dall’esperienza.

Ma sarebbe necessario forzare la mano sui corsi scolastici per preparare le future generazioni (anche se ci piace chiamarle “Nativi Digitali”) e sui corsi privati per Immigrati Digitali


Altre risorse:


Conneting to everything you care about

Facebook Introduces Community Pages

Psicosi “Silvio ti spia”, come risolvere


Nel 2009 crea Socialmediamarketing.it. Web marketing manager, con passione per SEO, Social e Google Ads. Formatore aziendale. Laureato in comunicazione nel 2006 con tesi sullo User generated advertising. Si occupa di consulenza social e web marketing per aziende e onlus.

8 Comments
  • Fabio Chiusi
    15 Maggio 2010 at 17:22

    Grazie delle precisazioni, Jacopo. Due piccoli appunti (che penso derivino dalla confusione creatasi oggi – e che non avevo alcuna intenzione di creare):

    1. il mio post originario non voleva affatto “allertare tutti contro un atto di spionaggio di Berlusconi” (nonostante il titolo infelice, di cui mi scuso), ma invece sollevare delle questioni riguardo all'opportunità da parte di Facebook di condividere automaticamente contenuti. Il mio errore stava nell'aver capito che le pagine sociali rendessero immediatamente pubbliche TUTTE le informazioni su un argomento INDIPENDENTEMENTE dai settaggi di privacy di ogni singolo utente. Questo mi aveva fatto sobbalzare sulla sedia. Per fortuna le cose non stanno così.

    2. Questo fraintendimento motiva anche l'idea che mi attribuisci che sia Facebook a spiarci.

    Grazie di avermi dato modo di chiarire queste due cose.

    Fabio Chiusi

  • Fabio Chiusi
    15 Maggio 2010 at 17:28

    Naturalmente sei Jose, non Jacopo. Oggi proprio non è giornata 🙂

  • Jose Gragnaniello
    15 Maggio 2010 at 17:34

    L'importante è che sia fatta chiarezza. Facebook ultimamente sta facendo così tanti cambiamenti che è difficile stargli dietro e facilissimo cadere in errore.
    Buon week end!

  • Dario Ciracì
    15 Maggio 2010 at 19:07

    in effetti si capisce ancora ben poco…

    Bel post comunque Josè 😉

  • Alessandro Sportelli
    16 Maggio 2010 at 08:28

    Ciao caro, in realtà i related posts non sono altro che il risultato di una “ricerca” del motore interno di facebook. Già praticamnte da sempre cercando nel motore interno qualsiasi parola o nome avresti trovato tra i risultati e post dei tuoi amici e quelli di tutti gli altri (se hanno deciso di renderli pubblici). Se confronti quindi i risultati di ricerca con ciò che si vede nei related posts delle pagine sociali noterai che sono identici. A questo aggiungo che non è solo politica… ce ne sono per tutti i gusti anche su argomenti generici 🙂 https://www.google.it/search?hl=it&client=firefo

  • Jose Gragnaniello
    16 Maggio 2010 at 18:17

    Si si Ale avevo inteso che erano i risultati della ricerca generica. Anche per la seconda questione mi sono attenuto alla politica perché il fraintendimento c'è stato su questo argomento. Sui brand occorrerebbe fare un post apposito per capire gli scenari futuri (come vogliono monetizzare?).
    Grazie per la giusta segnalazione!

  • Gianluigi
    17 Maggio 2010 at 17:26

    Ciao,
    sono profondamente d'accordo sul fatto che gli utenti non sono ancora consapevoli dei temi privacy del social web e per questo c'è necessità di educazione (cfr.https://internetmanagerblog.com/2010/02/22/la-tutela-della-privacy-sui-social-network-problemi-opportunita-e-riflessioni/).

    Detto questo anche io sono in attesa di maggiore chiarezza sul funzionamento di queste pagine, lato azienda credo che saranno fonte di confusione, per i privati rimando il giudizio.

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