[LA VERITÀ SU] Facebook Ads: 5 Errori Da Evitare Come La Peste (Parte 2)
Della serie “a volte ritornano”, come promesso, eccoci qui per la seconda parte della rubrica dedicata agli errori da non commettere quando vogliamo sponsorizzare i nostri contenuti su Facebook.
Tutti pronti, dunque, blocco note alla mano, si comincia!
1. Pagina Vs Profilo: Iniziamo con il piede giusto.
Come per l’articolo precedente, voglio partire da un concetto base, da un errore che ancora oggi è possibile vedere su Facebook, forse l’errore alla base di tutto, un errore che di fatto ti impedisce di fare Facebook Ads: Brand, Aziende o Negozi Retail che utilizzano un Profilo Personale per comunicare con il pubblico.
Perché è un Errore Madornale? (la maiuscola è d’obbligo)
- Non puoi fare Pubblicità: potremmo fermarci già qui, senza poter sponsorizzare i post, senza poter portare traffico al proprio Sito targetizzando un pubblico specifico, senza impostare una strategia e allocare un budget mensile alla nostra pagina, diventa praticamente inutile la nostra presenza sul Social.
- Puoi raggiungere solo cinquemila persone: cosa farete dopo aver raggiunto il limite di amici consentito da Facebook (5.000)? Un bel niente, la piattaforma vi proporrà di trasformare il vostro profilo in pagina aziendale, quindi perché non aprire subito una pagina?
- Non hai i dati da analizzare: Quando postare? Chi mi segue di più? A che ora il mio pubblico è attivo? E queste sono solo alcune domande che non troveranno mai risposta se usi un profilo personale per la tua attività.
Marketing senza dati = fare cose a buffo.
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2. Vendere a Freddo: Rispetta il Funnel
Finalmente hai aperto il tuo account pubblicitario, impostato la tua prima campagna e lanciato il tuo prodotto / servizio in pompa magna.
Stai persino monitorando l’andamento dell’AdSet dal pannello Gestione Inserzioni.
I miei complimenti, ciò vuol dire che hai davvero seguito i miei consigli e ti sei buttato sulla piattaforma.
Il problema è che il Pixel riposto in maniera scrupolosa nella tua Thank You page è una settimana che non registra nessuna conversione.
“Ma come, Gianluca, mi hai detto di installare il Pixel, fare test, bla bla bla, perché ora non riesco a vendere?”
Ottima domanda, permettimi ora di farne una a te: quando vedi una pubblicità sui Social Network (ma anche in Televisione) di un marchio mai visto prima, che ti sviolina addosso tutti i fantastici vantaggi del suo brand new prodotto, tu che fai, esci di casa e corri istantaneamente a comprarlo?
No, probabilmente non lo fai, e sai perché? Perché non lo conosci.
È la prima volta che i tuoi occhi incontrano una novità, sei diffidente, ti fai domande, vuoi sapere più informazioni e curiosare di più prima di prendere in mano il portafogli.
Seguendo questo ragionamento, come potrebbe un utente comprare immediatamente il tuo prodotto?
A meno di casi estremamente particolari, con prodotti super funzionali dal costo ridotto, è veramente difficile convincere una persona ad effettuare un acquisto online a freddo, in maniera diretta.
Ripeto una delle frasi proposte nell’articolo precedente: “Su Facebook non si vende, si fa comprare.”
A differenza della pubblicità su Google, dove l’utente concretamente scrive il suo bisogno nella barra di ricerca, su Facebook abbiamo a che fare con una domanda latente, per questo la partita si deve giocare su binari diversi.
Come ovviare a questo problema?
Dobbiamo far entrare la nostra Audience in un percorso di lento e costante avvicinamento verso il prodotto.
Questo percorso si chiama Funnel e ne abbiamo parlato proprio all’interno di queste pagine.
Immagina di strutturare il percorso dell’utente, la così detta “Customer Journey”: Che tipo è? Cosa può incuriosirlo? Cosa posso mostrargli prima di convincerlo ad acquistare?
Una semplice strategia potrebbe essere quella di creare un video esplicativo del proprio prodotto o servizio, un video non troppo lungo, sottotitolato e che condensi in un minuto tutto il necessario per far comprendere all’audience i suoi benefici.
Questo potrebbe essere il primo step, ovvero quello in cui il pubblico entra in contatto per la prima volta con la tua azienda.
Non gli stiamo dicendo “Acquista Ora”, ci stiamo facendo semplicemente vedere, creando consapevolezza (Awareness) nella sua testa.
Per il secondo step è necessario analizzare i dati della nostra campagna video, quante visualizzazioni ha portato? Ma, ancora più importante, quante persone hanno visualizzato tutto il video?
Questo dato è fondamentale perché ci fa capire immediatamente la percentuale di utenti realmente interessati: sono rimasti incollati allo smartphone un minuto, sicuramente avete stimolato la loro curiosità.
Dati alla mano, in un mini-funnel come questo, il terzo step rappresenta la conversione, stavolta però, avremo a che fare con un pubblico più caldo, un pubblico che si è dimostrato realmente interessato.
Creiamo quindi ora la nostra inserzione orientata alla vendita, e targetizziamo il pubblico che ha visualizzato il video per maggior tempo.
Non finisce qui: creiamo una LookAlike Audience (Pubblico Simile) degli utenti che hanno visualizzato il nostro video nella sua interezza, in questo modo avremo un altro pubblico da targetizzare: un pubblico composto da tantissime altre persone con un profilo simile a quelle che hanno già mostrato interesse verso il nostro prodotto, tutto questo solo con un click.
Fantastico, vero? Questo è il potere dei Pubblici Simili, non utilizzarli significa non sfruttare a pieno le potenzialità delle nostre Ads.
3. Non usare Audience Insights: Costruisci il tuo pubblico.
Se vi dicessi che è possibile eseguire ricerche di mercato in maniera gratuita grazie a Facebook?
Accedendo al Pannello Gestione Inserzioni e scorrendo tra le varie opzioni ne troveremo una chiamata: “Audience Insights”, cliccandoci sopra atterreremo dentro una delle pagine più interessanti dello strumento.
Come può aiutarci questa funzione?
Audience Insights ci regala piacevoli sorprese in fase di costruzione del pubblico, dandoci caratteristiche aggiuntive (insights, per l’appunto) di una determinata audience.
Mettiamo di voler sapere quante donne in Italia, più precisamente nel Lazio, tra i 24 e 34 anni sono fan di un Brand, per esempio, Garnier.
Lo strumento ci rivela questo dato insieme a diverse interessanti caratteristiche: da Gestione Inserzioni riusciamo a vedere che per il pubblico selezionato ci sono dalle 15.000 alle 20.000 persone attive al mese, di queste il 38% è sposato mentre il 66% ha completato o sta completando un percorso universitario.
Questi sono dati interessantissimi in fase di costruzione del messaggio e ci permettono inoltre di costruire delle corrette Buyer Personas.
Una volta trovato il pubblico migliore, possiamo salvarlo e usarlo come base di partenza per le nostre Ads.
4. Pubblico troppo Grande o troppo Ristretto: In Medio Stat Virtus
Nel punto sopra, abbiamo realizzato quanto sia importante la fase di creazione, ottimizzazione e smussamento del pubblico.
I dati degli utenti rappresentano una vera e propria miniera d’oro e, non a caso, è proprio su questi su cui si basa il modello di business della piattaforma (“Senator, We Run Ads”).
Gli errori che possiamo fare nella fase di scelta degli interessi sono molteplici, due in particolare possono pregiudicare enormemente i risultati della campagna:
1 Farci prendere dall’ingordigia: scegliere il pubblico più grande possibile per voler comunicare a tutti.
Partendo dalla leggendaria frase “Comunicare a tutti significare comunicare con nessuno”, dobbiamo stare attenti a capire quanto il raggiungere troppe persone, avere quindi un pubblico troppo ampio, possa solo giocare a sfavore delle nostre campagne.
Dobbiamo imparare a restringere il pubblico per interessi, per area geografica, per età, ovviamente non è una procedura da fare at buffo: prima di impostare una campagna dobbiamo già avere in testa una precisa audience da colpire, lo strumento presente in gestione inserzioni ci aiuterà poi a trasformare questa idea in realtà.
Cosa succede quando selezioni un pubblico troppo ampio? Semplice, i costi per click aumentano = spendi di più, le interazioni che otterrai avranno un valore insito debole, proprio perché stai mostrando il tuo annuncio a persone generiche, che potrebbero non essere interessante per niente alla tua attività.
2 Andare troppo nello specifico: quando si verifica, invece, il problema opposto?
Quando il tuo pubblico è troppo ristretto rischi di saturarlo subito e di alzare vertiginosamente la frequenza del tuo annuncio.
Cosa vuol dire?
Gli utenti vedranno la tua pubblicità troppe volte nel loro feed e finiranno per stancarsi di essa, smettendo di interagire. Questo fenomeno è chiamato “Ad Fatigue” e va evitato come la morte.
Il mio consiglio è quello di rinfrescare continuamente la propria Ad: una volta raggiunto tutto il pubblico target, possiamo cambiare creatività (copy e immagine), il posizionamento, il pubblico, la regola aurea è sempre la stessa, monitora costantemente i tuoi annunci e, dati alla mano, agisci di conseguenza.
In ogni caso, è sempre consigliabile tenere a mente queste due cose:
l’Ampiezza del tuo pubblico: se stai colpendo un paese di provincia sai già che la possibilità di saturare il pubblico sono alte, prepara diverse creatività o scegli uno slot di tempo mirato.
La fase del Funnel: ricordate il mini funnel d’esempio di prima? Nell’ultimo step, quello della conversione, può essere utile invece tenere alta la frequenza del nostro annuncio: la ripetizione in questo caso aiuta, in quanto la riproposizione continua di un’offerta all’utente potrebbe stimolare, a lungo andare, alla conversione (a patto che il pubblico sia caldo e che sia stato fatto un bel lavoro a monte).
5. Credere nei trucchetti magici: La Best Practice è che non ci sono Best Practice
Marketing Digitale = Marketing Online.
Il mondo di Internet è in costante e continua evoluzione, ogni giorno esce una nuova App, una nuova Start Up, gli strumenti si aggiornano, le piattaforme cambiano e le cose che potevano funzionare ieri non è detto che funzionino oggi.
La parola chiave è costante aggiornamento. La parola chiave è stare sempre sul pezzo.
Non si può pensare di lavorare nel Marketing Digitale con un approccio statico: la mente di un Marketer dovrebbe continuamente testare, analizzare, vivere di sincera curiosità verso tutti gli strumenti, le piattaforme e i player del settore.
Per le vostre campagne Facebook cercate di testare continuamente nuove soluzioni senza dare nulla per scontato: questo non vuol dire bendarsi gli occhi ed ignorare completamente Best Practice del settore, significa non lavorare con il cervello spento, utilizzando sempre le stesse tecniche.
Se un particolare caso studio ci entusiasma, non è detto che replicandolo al 100% otterremo gli stessi risultati: tutto dipende, sempre.
Testate e validate le vostre idee con i dati.
L’evoluzione continua delle piattaforme, se saputa cogliere, può portare dei vantaggi competitivi alle tue campagne: ogni nuova caratteristica, una volta uscita, rappresenta un piccolo oceano blu inesplorato, il pubblico non è ancora abituato ed il tuo prodotto potrebbe brillare di luce propria se inserito dentro una tipologia di Ad o un nuovo tipo di formato.
CONSIGLIO BONUS – Investi su te Stesso: La Formazione che ti Svolta la Vita
Questo consiglio si aggancia direttamente a quanto detto sopra: la necessità di aggiornarsi è legata a doppio filo alla formazione.
E sì, non formarsi equivale a commettere un errore anche nel settore del Facebook Advertising.
Perché? Perché la conoscenza, la competenza e l’esperienza sono il vero valore aggiunto dei tuoi annunci pubblicitari.
Che tu sia un’inserzionista o un appassionato di Marketing Digitale, tieni conto che l’investimento in formazione è uno di quelli più utili che tu possa fare per te stesso.
Senza andare a cercare soluzioni fuori dall’Italia, nel nostro paese è pieno di Libri, Corsi Online e Corsi in Aula che ti permettono di acquisire le giuste competenze per migliorare i risultati del tuo business e per formare te stesso.
Qui a SocialMediaMarketing.it organizziamo Corsi Online di Marketing Digitale e offriamo Consulenza su misura per te.
Ora tocca a te sperimentare con Facebook Ads, se hai domande, sono qui!
See ya!