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#Nofreejobs, il cause-related social media marketing che parte dal basso [case study]

Cosa è il viral e cosa permette a dei contenuti di diventare virale? Difficile rispondere a questa domanda perché penso che quando qualcosa diventa virale nella rete, al 99% l’ideatore dell’iniziativa non aveva la benché minima idea di quello che sarebbe accaduto. Lasciate perdere i maghi del virale che vi dicono di essere esperti di viral marketing o altre parolone fighe perché, se ci fate caso, dietro a tali azioni, al 99% (di nuovo) ci sono dietro brand o prodotti così noti, appetibili o già super posizionati (esempio un comunissimo energy drink di nome RedBull) che virali ci diventano da soli, a maggior ragione se la campagna di marketing virale a sostegno di tutto questo ha richiesto un investimento di migliaia di euro, cosa che possono permettersi solo i big brand.

Per me dietro ad azioni virali ci sono quasi sempre contenuti che nascono dal basso, dall’utente comune e che sposa una causa sociale sentita da diversi soggetti a lui omogenei. Nella rete è capitato più volte e recentemente questa tipologia di viralità ha riguardato anche il caso Nofreejobs, di cui probabilmente avrete sentito già parlare, il movimento partito da un tweet, veicolato attraverso un hashtag su Twitter (#nofreejobs), supportato da una pagina facebook (che dopo 10 giorni dalla creazione contava già 2300 fans), da un sito web che promette novità e dalla geolocalizzazione, sfruttando Foursquare e un’altro strumento che verrà presentato in anteprima nei prossimi giorni.

Come ha funzionato tutto ciò? In 2 modi:

  • l’idea di dare voce a un problema molto sentito da molti giovani (e non solo) oggi nel momento in cui cercano lavoro, ovvero la moltitudine di proposte di lavoro e stage indecenti, ovvero per intenderci quelle dell'”aggratis a tutti costi” , dello sfruttamento temporaneo senza stipendi o rimborsi spese, quello appunto detto “freejobs”! Se lanci un tweet, crei un hashtag con un nome facile da comunicare e immediatamente comprensibile gli utenti si sfogano, soprattutto se sono in tanti.
  • l’ideazione, pianificazione e costruzione di una Web Strategy a tavolino, dato che tutti coloro che stanno dietro al movimento, lavorano nel web come social media specialist, grafici o seo. E badate, questo è anche un avvertimento a tutte quelle aziende che associano la poca esperienza dei giovani alla scarsità di competenze, perché la bravura delle persone si misura anche da queste piccole cose. Il costo di tutto ciò? Zero.

Info di riferimento:

Twitter #nofreejobs;
fan page #nofreejobs;
sito web beta #nofreejobs
….? novità presto in arrivo!

In allegato il video, di Cristina Simone, ideatrice di nofreejobs e del suo intervento a Smart&App.

Approfondisce il Web Marketing e i social media da tempo. Dopo una laurea in Marketing a Urbino, ed un Master in "Tecnologie Innovative della Comunicazione", al momento è CEO di WebInFermento e si occupa di posizionamento nei motori di ricerca (SEO) e di consulenze di Social Media Marketing.

5 Comments
  • Cloverfield
    21 Novembre 2011 at 17:13

    Sicuramente un ottima idea per dar valore ai ragazzi, che come dice l’articolo hanno poca esperienza ma molte competenze, attenzione però al fatto che si usufruisce dalla grave problematica nazionale dei precari per poter vendersi, questo non va per niente bene, sarà il tempo a dire se diventeranno veri difensori dei diritti dei giovani lavoratori oppure sarà un’altra operazione di marketing opportunistico, per il momento complimenti, staremmo a vedere.

    • cristinasimone
      22 Novembre 2011 at 23:46

      Ciao Cloverfield, NoFreeJobs è nato come movimento spontaneo in rete e il nostro obiettivo non è quello di “speculare” sul precariato. Stiamo utilizzando il web e le nostre competenze per cambiare la situazione lavorativa italiana… o almeno ci stiamo provando! Non ci sono fini opportunistici, ma ovviamente stiamo mettendo in campo le nostre competenze web& social per far conoscere la nostra iniziativa! Continua a seguirci e, se vuoi, supportaci contro il free jobs! Ciao Cristina Simone

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