Quando il dipendente diventa blogger aziendale
Io ho un calendario editoriale per gestire questo blog, ma sai qual è una delle regole fondamentali di questo valido strumento? Non esistono schemi chiusi, non esistono vincoli definiti a priori che non possono essere superati per raggiungere un fine superiore. Ovvero la buona riuscita della tua attività di blogging.
Ecco perché oggi ho deciso di approfondire un tema che esce dagli schemi predefiniti per approfondire un argomento suggerito nei commenti di questo blog da Emanuela: il blog è anche un’opportunità per aumentare il coinvolgimento dei dipendenti dell’azienda?
Il corporate blog è uno strumento indispensabile per creare relazioni virtuose con i potenziali clienti, per individuare nuovi contatti, per mettere in pratica quella che è la prospettiva inbound marketing. Ma, suggerisce ancora Emanuela, è anche un modo per rafforzare lo spirito di squadra e per fidelizzare il dipendente.
Perfettamente d’accordo. Un blog aziendale non influenza solo l’esterno (ovvero i rapporti dell’azienda con il resto del mondo), ma cambia anche gli equilibri interni: diventa un luogo di condivisione e di unione che puoi sfruttare per ottenere un obiettivo interessante: trasformare i tuoi dipendenti nei primi evangelisti del tuo brand, della tua azienda. Vuoi sapere come? Ecco qualche consiglio utile per la tua strategia di blogging aziendale.
Organizzazione interna
Per iniziare a lavorare con un blog aziendale hai bisogno di una redazione. Prima ancora devi individuare gli strumenti utili per riunire le persone attraverso gli strumenti che lavorano attraverso le tecnologie cloud. Io suggerisco di sfruttare questi nomi:
- Dropbox per condividere file.
- Google Drive per i file di testo.
- Google Calendar per definire le date.
- Evernote per condividere spunti e fonti.
Ma tutto questo riguarda l’organizzazione tecnica, pragmatica. Io consiglio anche di creare un gruppo segreto su Facebook, magari con un clima informale nel quale condividere informazioni, idee, link per approfondire alcuni argomenti. Ovviamente se è possibile puoi creare degli appuntamenti settimanali, una sorta di riunione di redazione per fare il punto della situazione e chiedere ai vari blogger di lasciare idee e spunti per creare il nuovo calendario.
Ancora un’idea: perché non organizzi questa riunione attraverso degli Hangout? Se sei in sede non c’è bisogno, certo, però puoi creare un appuntamento live con i lettori: una discussione online per ascoltare i blogger mentre si scambiano idee e opinioni. Questo, ovviamente, è possibile solo se hai raggiunto un buon affiatamento.
Formazione
Quando un cliente diventa blogger aziendale deve, prima di iniziare la sua attività di webwriter, fare formazione. Ovvero deve acquisire le competenze necessarie per creare, pubblicare e distribuire i contenuti del blog. Come si crea un titolo efficace? Quali sono i meta tag utili all’ottimizzazione SEO? Come si scelgono e si inseriscono le immagini?
Tutti questi interrogativi devono essere chiari al dipendente che si deve occupare della stesura del post. Essere esperto di un argomento non vuol dire saper portare su carta digitale le proprie esperienze e le conoscenze. Un dipendente deve mettere a disposizione del blog aziendale tutto quello che sa, tutto quello che conosce. Al tempo stesso deve seguire le regole del web.
La formazione è importante, la collaborazione anche. Dai un segnale chiaro agli autori: non ci sono concorrenti ma colleghi. I blogger si aiutano a vicenda, condividono i post di chi scrive sullo stesso blog, aiutano nella rilettura. E questo è un punto decisivo: sai bene che la rilettura si fa sempre in due. Crea un buon clima nella redazione, non puntare allo scontro tra le firme.
Identità
Uno dei principi fondamentali (almeno secondo il mio punto di vista) per l’attività dei blogger: dare valore all’identità di chi scrive i contenuti per il blog. Quindi ogni articolo deve avere il nome e cognome dell’autore, al quale deve essere dedicata una pagina con tutti i post (ecco un esempio).
Ogni articolo può avere un box con breve biografia, immagine, link di approfondimento e indirizzi per contattare direttamente l’autore. Tutto questo non solo dà maggior credibilità al contenuto (un articolo firmato è sempre sinonimo di autorevolezza), ma è il passo indispensabile per spingere l’autore a condividere sui propri canali social i contenuti creati per il blog aziendale.
A proposito, hai inserito nella pagina “chi siamo” le foto e le descrizioni di tutti gli autori? Chi visita il blog deve individuare l’identità dei blogger, e deve poter verificare facilmente le competenze.
Blogging aziendale: la tua opinione
Organizzare una redazione per il tuo blog aziendale non è un compito semplice, ma è la soluzione ideale per creare un team affiatato in grado di confrontarsi e di scambiarsi informazioni utili per creare contenuti utili. Anzi, contenuti di qualità in grado di farsi largo nella serp, nelle bacheche Facebook e nella timeline di Twitter.
Chi lavora all’interno di un’azienda ha sicuramente le competenze necessarie per affrontare i temi utili per creare un blog aziendale. Il tuo contributo? Formare, coordinare, creare un calendario editoriale che si allinei con le esigenze dei potenziali clienti. E trasformare ogni dipendente nel primo lettore del blog aziendale. Sei d’accordo? Lascia la tua opinione nei commenti.
Francesco BrioWeb Russo
3 Settembre 2015 at 09:29Ciao Riccardo, sicuramente è fondamentale che i dipendenti diventino i primi lettori del blog, come del resto ai miei clienti cerco sempre di far capire che l’ufficio marketing è sempre tutta l’azienda, da chi risponde al telefono a chi deve ricontattare i clienti… Il problema che riscontro però è di tipo culturale, sia nel titolare dell’azienda che nei dipendenti, ancora troppo legati alle logiche di decenni fa. Io premetto opero nel Nord Est dove l’azienda tipo è di tipo famigliare con pochi dipendenti…
Riccardo Esposito
3 Settembre 2015 at 10:41Nel sud le cose non vanno meglio, anche se ho la fortuna di lavorare con aziende che hanno capito al 100% la logica. Secondo me è un problema italiano, non territoriale: perché pagare per avere un articolo sul web?
My Social Web
25 Settembre 2015 at 15:50Questo è un problema noto. la voce del padrone è ancora forte, e spesso non si piega alle esigenze dei consulenti. Un consiglio: prova a raggruppare case study ed esempi virtuosi. Forse guardando esempi diversi il titolare può vagliare punti di vista differenti.
Francesco BrioWeb Russo
25 Settembre 2015 at 16:59Difatti… io però l’ho combinata ancora meglio per certi aspetti… da un paio di anni, due volte all’anno organizzo una semplice pizza/cena/aperitivo dove invito tutti i miei clienti (ovviamente tra quelli che geograficamente possono incontrarsi), e stimolo a confrontarsi… è un modo per me di mettermi in gioco in critica ecc… ma allo stesso tempo si rafforza la mia immagine, quando alcuni clienti un po’ dubbioso sentono di prima mano esperienze positive l’effetto si ottiene… poi certo… se uno fa il mulo… 🙂 allora meglio forse perderlo…
Gianluca G.
3 Settembre 2015 at 09:40Ciao Riccardo, mi ha colpito il tuo articolo, semplice (ehm… da leggere! per la realizzazione mi affido alla condivisione con i Colleghi più “sensibili”) con un metodo che sembra funzionare bene. Grazie mille, ti seguirò soprattutto su LinkedIn
Riccardo Esposito
3 Settembre 2015 at 10:39Ciao Gianluca, il piacere è mio. Il metodo si costruisce nel tempo: stai lavorando con il tuo blog personale?
My Social Web
25 Settembre 2015 at 15:48Ciao Gianluca, ti ringrazio.
Maura Hewson Rizzo
25 Settembre 2015 at 11:44Ottimo spunto questo articolo!!
Ma c’è un grosso lavoro da fare (anche di analisi del personale, se vogliamo) prima di mettere in piedi una macchina di questo tipo. Fare blogging richiede tempo, oltre che creatività, e inserire una nuova attività/progetto in azienda diventa un costo che rischia di non trovare subito i giusti benefici, se fatto male, soprattutto in virtù del fatto che gli strumenti sopra citati sono un’ottima soluzione ma se si sanno usare bene e con praticità.
E’ facile avere idee e delineare un percorso. Un’altra cosa è saper mettere in pratica il tutto. Massimo rispetto per le aziende che hanno le capacità e gli strumenti per farlo, personale a prescindere ovviamente.
Ti seguo.
My Social Web
25 Settembre 2015 at 15:50Grazie Maura: seguimi e lascia la tua opinione, sempre preziosa.