Cos’è il Watchbait e perché se fai video dovresti stare attento
In molte comunicazioni, tipo quella di Facebook, notiamo che si accende l’interesse per il Watchbait. Vale a dire la tendenza dei produttori di contenuti video a creare delle esperienze che puntano ad attirare l’attenzione e non a dare qualcosa di realmente utile. In passato si parlava spesso di clickbaiting.
Ovvero articoli condivisi sui social network con titoli acchiappa-click altisonanti – spesso con CAPS LOCK ed eccesso di punteggiatura – e preview immagine in grado di fare da esca per i curiosi di passaggio.
Il sapiente uso di headline ammiccanti in stile dico qualcosa ma non tutto (Fan scatenata sale sul palco di Vasco Rossi, la sua reazione è incredibile) e immagine decontestualizzata può dare una spinta importante alle visite e una viralità immotivata al link. Il tutto si basa su una logica chiara: le persone condividono senza leggere, si fermano alla preview. Lo stesso accade con il Watchbait. Vuoi approfondire?
Cos’è il Watchbait, definizione
Con questo termine intendiamo tutte le tecniche e le strategie messe in campo per aumentare le visualizzazioni, i commenti e le condivisioni – in sintesi, l’engagement – di un contenuto video sfruttando tutti gli elementi che catturano l’attenzione prima ancora di aver visualizzato il contenuto.
Parliamo, in particolar modo, di titoli, descrizione e thumbnail ma anche il video stesso soprattutto nella sua fase iniziale dove l’attenzione è alta. Però tutto questo potrebbe essere confuso con una semplice attività di ottimizzazione: Watchbait ha una flessione negativa perché intende un uso distorto delle tecniche persuasive. In base a questo paradigma si cerca di (uso le parole di Facebook):
Questo significa che, secondo Mark Zuckerberg, possono essere definiti video watchbaiting come contenuti condivisi che non lasciano informazioni chiave sul contenuto, puntano al sensazionalismo immotivato o sono fuorvianti rispetto alla natura del video. In sintesi: stiamo mistificando la realtà.
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Obiettivo di questa tattica video
Chiaramente lo scopo è quello di aumentare le view, le visualizzazioni di un contenuto. Una pratica che consente di lavorare su piani differenti. In primo luogo quello della notorietà del brand su internet.
Maggiori sono le visualizzazioni, superiore è la diffusione del tuo nome. Se hai degli obiettivi di advertising un numero maggiore di visualizzazioni video può essere uno strumento per migliorare la tua posizione nelle contrattazioni. Così puoi monetizzare di più la tua attività online di social media marketing video.
Perché il watchbait può funzionare?
Il meccanismo del watchbaiting – estremizzare la pubblicazione dei video con preview acchiappa-click per aumentare le view – sembra premiare chi pubblica video brevi, d’impatto e con un alto tasso di discussione. Se non altro perché è lo stesso algoritmo di Facebook a premiare questo tipo di contenuto.
Gli aggiornamenti dell’algoritmo di Facebook puntano verso la possibilità di intrattenere il più possibile il pubblico sulla piattaforma. Questo significa dare priorità ai contenuti cercati con maggior frequenza (quindi temi hot topic) che stimolano le interazioni e le conversazioni tra chi guarda quei video.
Appare chiaro, in questa condizione, che una dinamica sensazionalistica può diventare preponderante tra gli editor al punto da spingere in modo naturale verso un watchbait che rischia di sforare in spam.
Ovvero pubblicazione di contenuti che per raccogliere più visite perdono di vista l’obiettivo principale: informare in modo puntuale e preciso. Ecco perché Facebook ha dato qualche indicazione in più.
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Cosa devono fare editori e content creator?
Bisogna individuare e seguire un buon equilibrio che si pone a metà strada tra il watchbait estremo – mentire spudoratamente per ottenere visualizzazioni – e la pubblicazione asettica, priva di cura per il persuasive copywriting etico che può essere fatto senza perdere di vista la qualità. Lo stesso discorso vale per la scelta dei temi: l’importante è evitare sempre questi punti:
- Omissione: nel contenuto si omettono informazioni per stimolare la curiosità.
- Esagerazione: si usano estremizzazioni per spingere a guardare il video.
- Contenuto fuorviante: si creano aspettative che non vengono soddisfatte.
Attenzione anche alle miniature: le preview dei video devono rispecchiare veramente il contenuto. Lo stesso vale per titoli e didascalie dei contenuti dove è consigliabile evitare eccesso di emoji, punteggiatura e lettere maiuscole. Inoltre, punto fondamentale, i video non devono essere creati ad arte, simulati, e spacciati come situazioni reali. L’onestà prima di tutto, ecco la regola su questo fronte.